Rassegna stampa

Piacenza Expo gioca ancora la carta della privatizzazione

Occorre richiamare nuovi investitori. L’obiettivo è chiaro per Piacenza Expo e per tutto il quartiere fieristico Le Mose che la società gestisce dal 2002, dopo aver raccolto l’eredità del primo ente gestore, Piacenza Fiere. L’operazione di aumento di capitale riservata a nuovi soci privati si concluderà il 31 dicembre.
Un’iniezione da 4 milioni che farebbe raggiungere al capitale sociale quota 17 milioni e che arriva in contemporanea a una risistemazione degli equilibri interni alla compagine azionaria. Entro aprile 2005, infatti, verrà liquidata la Soprae, che detiene oltre il 92% del capitale sociale di Piacenza Expo. Le quote saranno distribuite tra i soci fra cui ci sono Comune di Piacenza (56,6%), Camera di Commercio (17%), Provincia (6,3%), Banca di Piacenza (9,2%), Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza (8,5%) e associazioni imprenditoriali. Non si tratterà di uno sconvolgimento degli equilibri azionari, ma è sicuramente l’inizio di una nuova fase.
L’anno scorso l’operazione di ricapitalizzazione non ha avuto buon esito. Non c’è da essere tanto ottimisti sull’operazione di quest’anno, ma c’è qualche novità che potrebbe cambiare il quadro: il Comune di Piacenza, infatti, sta per mettere all’asta aree di sua proprietà circostanti il quartiere fieristico. Su una, edificabile, è prevista la costruzione di un albergo con centro congressi; su un’altra area si trova uno storico edificio rurale che potrebbe essere recuperato come vetrina permanente per la promozione di prodotti tipici. E non è escluso, secondo fonti qualificate, che ai potenziali aggiudicatari potrebbe essere offerta una compartecipazione in Piacenza Expo Spa. “Da parte nostra – dice il presidente Silvio Bisotti – è chiaro che siamo d’accordo sulla necessità di aumentare l’attrattività del nostro quartiere fieristico. Ha bisogno di fare il salto di qualità e ha tutte le carte in regola per farlo”. La superficie complessiva è di 80mila metri quadrati, con 12mila di superficie espositiva coperta e altrettanti all’aperto. La facilità di collegamento, sia autostradale che ferroviario, e la vicinanza a vari aeroporti – da Parma (60 chilometri), a Milano Linate (60 chilometri), alla Malpensa (90) e anche a Bologna (150 chilometri) – sono punti di forza. Ora è tempo di metterli a frutto. “E infatti – spiega Bisotti – a breve presenteremo altre 4 o 5 iniziative che entreranno a far parte dell’offerta della fiera di Piacenza. Alcune specializzate, altre per un segmento retail”. Appuntamenti che andrebbero ad aggiungersi a un panorama in cui spiccano Geofluid (si veda articolo in basso), Tomato World (dal 25 al 27 novembre la seconda edizione; è una fiera di rilievo nel settore, visto che in provincia di Piacenza si coltiva il 50% del pomodoro dell’Emilia-Romagna), ReMach (macchine utensili) e Siba (bottoni). Le nuove iniziative comunque, precisa Bisotti, “punteranno a ottimizzare i comparti tipici per il Piacentino: meccanica, logistica, energia, ambiente, produzioni tipiche”.
Il fatturato, nel 2003 a 1,14 milioni – con un calo del 21% rispetto al 2002, dovuto all’assenza delle tre principali fiere che sono a cadenza biennale – è atteso per il 2004 a circa 1,87 milioni. “Per il futuro – conferma Bisotti – crediamo nelle sinergie con il sistema fieristico regionale, ma non solo, vista la nostra posizione geografica”. Il sistema fieristico piacentino festeggia quest’anno il cinquantenario. Possibilità di quotarsi in Borsa? “Per ora – risponde Bisotti – nessuna. Pensiamo a concludere queste operazioni di consolidamento”.

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