Rassegna stampa

Più editori locali per il ventennale di «Librolandia»

di Roberta Pellegrini

I confini sono il leit-motiv sul quale la Fiera del Libro – al Lingotto di Torino da domani a lunedì 14 maggio – festeggia i suoi vent’anni. La città ha appena concluso un anno da Capitale mondiale del Libro, «ma con tutta l’intenzione di proseguire nell’impegno di promozione del libro e di Torino» sottolineano Rolando Picchioni, presidente della Fondazione per il Libro, ed Ernesto Ferrero, direttore editoriale della Fiera.

Il palinsesto degli appuntamenti è più che mai fitto per la kermesse che, per numero di visitatori segue a ruota la Frankfurter Buchmesse ed ha sopravanzato il Salone du Livre di Parigi. D’altra parte l’Italia rappresenta la quinta-sesta editoria mondiale con 3.621 milioni di fatturato, oltre 53mila titoli pubblicati all’anno, più di 233 milioni di copie stampate. Questo a fronte di un indice di lettura del 44,1% (24,3 milioni di lettori), lontano dai valori degli altri Paesi europei (in testa è la Svezia, con il 71,8%) ma in crescita di un 2% in più rispetto al 2005.

Il Piemonte si configura come il secondo polo produttivo italiano, dopo la Lombardia, per titoli pubblicati (5.952 nel 2006, l’11,2% della produzione italiana) e per copie stampate (46,2 milioni), per un fatturato che si aggira sui 795 milioni (dati Aie per il 2006). I circa 200 "editori puri" e le 105 librerie (217 nel Nord-Ovest) possono contare su 1.683.000 piemontesi che leggono almeno un libro all’anno (indice di lettura del 48,9%). E la presenza di editori è sempre consistente: quest’anno, con l’ampliamento degli spazi espositivi, sono aumentati gli stand: erano 1.263 nel 2006, saranno 1.414, 187 prenotati da espositori piemontesi, 18 da liguri e 2 da valdostani. Duecentosette in totale, 10% in più rispetto al 2006. L’editore Fracangelo Scapolla tradizionalmente ne riserva due: uno per Il Melangolo, di Genova, fondato nel 1976, 480 titoli in catalogo, oltre 30 nuovi all’anno, e uno per Le mani, di Recco, attiva dal 1993, 320 titoli in catalogo, 20 novità all’anno. «L’impegno economico che sosteniamo – spiega Scapolla, presidente di entrambe le editrici – viene ripagato dalla vendita dei libri in fiera, ma soprattutto dal ritorno di immagine: incontri con i lettori, con gli autori, con gli operatori del settore». Anche l’Araba Fenice – di Boves (Cuneo), fondata nel 1991, 200 titoli in catalogo, in media 20 nuovi all’anno, un fatturato sui 400mila euro annui – quest’anno ha prenotato due stand: uno per la produzione collegata al territorio e uno per le pubblicazioni di storia e filosofia (come Le chevalier errant, manoscritto tardo medievale rimasto in sonno per sei secoli). Un impegno di 6 persone per 5 giorni su 2 stand, un costo di 6mila euro per l’affitto più la logistica, «ma una spesa di cui si rientra e con un buon margine di guadagno, grazie alla vendita dei libri in fiera – spiega Fabrizio Dutto, che con il fratello Alessandro è alla guida della casa editrice -. Per noi l’appuntamento al Lingotto è quello con una grande fiera, dove non si incontrano i grossi buyer quanto il cliente finale, i lettori. Nostro obiettivo è di costruire percorsi di fidelizzazione. Abbiamo regalato il biglietto d’ingresso alla Fiera a chi ha acquistato in questi giorni un nostro libro in 145 librerie di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. E in Fiera diamo un libro omaggio per ogni testo acquistato».

www.fieralibro.it

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