
Pesaro, la Fiera costa cara
PESARO – Se il 2006 confermerà le performance del 2004 per Fiere di Pesaro si prospetta un buco giornaliero di oltre 5mila euro. Nulla induce a prevedere una svolta, visto che l’unica manifestazione redditizia, il Salone del mobile, è biennale e si è svolta l’anno scorso e che l’arrivo di un partner privato (e dunque di capitali freschi) è rinviato a data da destinarsi. Nemmeno il Samp è riuscito nel 2005 a riportare in pareggio il bilancio: 900mila euro di perdite (332mila dalla gestione corrente, gli altri per leasing e ammortamenti), dopo i 2,2 milioni di deficit 2004 e un mutuo bancario di un milione di euro acceso per ripianarlo. E intanto urgono 3,5 milioni di interventi strutturali sul quartiere Campanara.
I soci dell’ente fieristico pesarese, però, non hanno fretta e si sono concessi altri sei mesi per capire le mosse della Regione, congelando l’offerta – considerata buona all’unanimità – di Expo Torino per la gestione della struttura (e dei relativi investimenti). Sei mesi che costeranno almeno 500mila euro – tanto pesa tenere semplicemente aperti i 36mila metri quadrati espositivi – ma potrebbero superare il milione, considerando la media delle perdite create dalla fiera negli anni senza il Samp.
Un semestre in cui però è difficile che cambino le carte in tavola: se da un lato il vicepresidente e assessore competente, Luciano Agostini, preferisce il no-comment sul tema fino al dopo elezioni, dall’altro dal calendario dei lavori di Giunta e Consiglio marchigiani nulla lascia presagire a breve un ritorno alla discussione sulla cabina unica di regia per il sistema fieristico marchigiano. «Sei mesi di tempo più per vedere come vanno le cose che nell’attesa di uno sblocco politico della questione da parte della Regione», ammette Alberto Drudi, presidente delle Fiere e della Camera di commercio di Pesaro (70% del capitale sociale), ribadendo i concetti di sempre: l’economia del territorio – come testimoniano le decisioni dei 27 consiglieri dell’ente – necessita di una sua fiera che merita di essere il punto di riferimento per le Marche e la Cdc, dal canto suo, si è sempre fatta carico dei debiti del quartiere e degli investimenti (e sosterrà, nel caso, anche i prossimi 3,5 milioni programmati).
La scissione societaria realizzata a fine dicembre con la creazione della Srl di gestione resta dunque per ora solo un pro forma (entro maggio la nomina degli organi della Fondazione proprietaria degli asset). Ma per lo meno non sembrano minate le potenzialità del rapporto con Expo Torino, l’unica offerta rispondente al bando di gestione chiuso da Fiere di Pesaro a febbraio. «Una mano alla nuova Srl la daremo lo stesso collaborando – afferma Lorenzo Bertero, socio di Expo Torino – per attivare nuove manifestazioni di taglio regionale e dimostrare coi fatti la serietà della nostra offerta. Pur se dissestato, riteniamo che questo quartiere abbia le potenzialità per crescere, ma non sarà un lavoro facile». Due nuovi eventi sono già in calendario nel 2006: la Convention del fitness Issa e il Salone dell’arredamento organizzato da Orgacom.
Unica la via d’uscita, secondo gli industriali: «L’affidamento della gestione a soggetti professionalmente in grado di far funzionare un quartiere fieristico come quello di Pesaro, in cui mancano risorse professionali adeguate a promuovere nuove iniziative di qualità. In quest’ottica – dichiara il presidente di Confindustria Pesaro Urbino, Marco Montagna – è utile la ricerca di alleanze con altri quartieri fieristici in grado di trasferire know-how ed eventi. Una strada su cui si era tutti d’accordo quando si separò la proprietà dalla gestione e che è ora urgente e necessario proseguire, senza limitarsi ad aspettare che la Regione risolva il problema, complesso sul piano politico. Questi sei mesi di attesa minano la credibilità del nostro quartiere fieristico».
ILARIA VESENTINI
ilaria.vesentini@ilsole24ore.com
www.fierapesaro.com
Il sito dell’esposizione marchigiana