
Per l’Italia a Cuba primi contratti in attesa della svolta
L’AVANA. Dal nostro inviato
«Anche il muro cubano presto cadrà». A vent’anni dall’abbattimento della cortina di ferro, è questa la scommessa con cui Adolfo Urso, viceministro dello Sviluppo economico con delega al Commercio estero, è sbarcato all’Avana. Obiettivo: una missione esplorativa, condotta al fianco di un manipolo di aziende italiane e dei vertici di Simest e Ice. «I segnali ci sono tutti – ha precisato Urso – dalle aperture americane del presidente Barack Obama alla crisi economica e di liquidità che stringe Cuba in una morsa. Da qui a pochi mesi dovrà innescarsi nel paese un cambiamento molto più veloce di quello che abbiamo potuto osservare negli ultimi tre anni. E noi vogliamo esserci per tempo».
Per una volta, insomma, il Sistema Italia intende muoversi in anticipo, in quello che il viceministro definisce «un mercato piccolissimo, un paese di nicchia, ma dove siamo pur sempre il terzo investitore al mondo, con una quota pari a circa il 20%, secondi in Europa solo alla Spagna».
Spunto della missione è la 27esima edizione della fiera internazionale dell’Avana, dove ieri il viceministro ha inaugurato il Padiglione Italia, curato dall’Ice (Istituto per il commercio estero), che vede la partecipazione di una ventina di imprese del nostro paese. Sempre ieri, con il primo vice ministro dell’Avana per il Commercio estero e gli investimenti stranieri, Orlando Hernàndez Guillen, Urso ha siglato la dichiarazione congiunta per l’istituzione di un gruppo di lavoro italo-cubano. E nei prossimi giorni incontrerà i rappresentanti dei principali dicasteri economici del paese attualmente guidato da Raul Castro, il fratello di Fidel, con l’obiettivo di promuovere la cooperazione tra i due paesi.
Alla fiera internazionale, invece, due aziende italiane firmeranno alcuni contratti. La Gps Yachts con la cubana Marlin, per l’apertura di una nuova base charter nel porto di Trinidad; la Furia Caffè, invece, con la Ith, per la vendita di macchine da caffè agli hotel.
Per Urso le potenzialità del mercato cubano per le aziende italiane sono, accanto al turismo, i settori agricolo e agroalimentare, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di macchinari a un paese che su questo fronte è decisamente arretrato. Al momento, però, Cuba resta per l’Italia un partner decisamente di secondo piano: l’interscambio complessivo con l’Avana ha registrato nel 2008 solo 344,6 milioni e nei primi sei mesi dell’anno ha visto calare del 28% le esportazioni italiane, e del 64 le importazioni.
Adolfo Urso si recherà poi in Brasile e in Cile, per la missione di Sistema Confindustria-Governo, ma per il futuro vuole confermare la sua scelta di guidare le imprese in quei paesi dove è difficile che si possano muovere da sole. Allo studio ci sono la Bielorussia, la Mongolia, Panama e la Colombia.
micaela.cappellini@ilsole24ore.com
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