Rassegna stampa

Per l’illuminotecnica italiana gli ordini ripartono dall’est

Bagliori di ripresa per l’illuminotecnica made in Italy arrivano da Est. Dai mercati del Medio ed Estremo Oriente giungono alle pmi del settore le richieste di offerte, preventivi, ordini. Poco o nulla, al contrario, dalle piazze europee.
È il barometro dei mercati che emerge dai preconsuntivi delle aziende italiane che hanno partecipato a Francoforte a “Light+Building 2010”, la più importante fiera al mondo del settore, dove le protagoniste assolute sono state le sorgenti luminose a led. Il sentiment che accomuna gli imprenditori interpellati dal Sole 24 Ore, dopo due anni di crisi, è nel complesso positivo: è tornato l’interesse e in fiera si sono conclusi nuovi affari.
«Le aspettative sono estremamente buone. A Francoforte abbiamo raccolto molte richieste da clienti del Medio Oriente e asiatici – afferma Teodoro Di Campi, marketing manager della Fael, pmi di Agrate Brianza – e ora le conferme stanno arrivando proprio da quelle regioni».
Non solo ordini dall’estero, ma anche forte attenzione alle soluzioni con maggior valore. «Negli ultimi due anni i clienti cercavano prodotti da primo prezzo, mentre ora abbiamo avuto contatti con aziende che ci chiedono progetti per nuovi prodotti» segnala Manuela Guzzini, amministratore delegato della Acrilux di Recanati, che produce diffusori per l’illuminazione in materiale termoplastico. Quasi i due terzi dei circa 5 milioni di fatturato 2009 della Acrilux sono realizzati grazie all’export, mentre nel recente passato la quota era del 50 per cento.
Si dichiara soddisfatto Emmanuele Fumagalli, assistant general manager della Fumagalli di Varese, l’azienda di famiglia che produce lampioni e altri apparecchi per l’illuminazione di aree all’aperto, dalle strade ai parchi e giardini. In fiera la pmi esponeva lampioni realizzati in resina e acciaio, con un doppio isolamento, per sorgente a basso consumo e diverse applicazioni a led. «A livelli di prezzo riusciamo a essere competitivi con i cinesi – dice –, perché partiamo dalla materia prima e realizziamo tutto in casa, eliminando i margini dei terzisti». Una minima quota della produzione resta in Italia, il resto raggiunge il Far East e il Golfo persico.
La lenta e inarrestabile migrazione verso le luci a led porterà nuova linfa alle aziende italiane. Ne è convinto Nicola Polzetta, direttore commerciale della torinese Ilti Luce, acquisita un anno fa da Philips: «Stiamo sviluppando rapporti per la realizzazione di nuovi prodotti di luci a led e con la fibra ottica a led. Queste commesse una volta vinte ci garantiranno lavoro per alcuni mesi. Dall’estero poi arrivano segnali interessanti, soprattutto dal Medio Oriente e dalla Turchia».
Richieste di progetti di light design sono stati raccolti dalla Spacecannon di Alessandria, leader mondiale nell’illuminazione architetturale di proprietà del gruppo austriaco Zumtobel Lighting. «Di solito dal 30 al 50% delle proposte va a buon fine» sottolinea Peter Roos, general manager della Spacecannon. Le ultime richieste? «Sono giunte dall’India, per un aeroporto, e dalla Russia».
enrico.netti@ilsole24ore.com
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Un 2009 difficile

-4,6%

Il fatturato
È il calo dei ricavi, che sono scesi a 4,71 miliardi di euro rispetto ai 4,94 del 2008, del settore dell’illuminotecnica italiana in base ai preconsuntivi dell’Anie. La flessione nel 2008 però era stata più marcata (-13,7%)

-13,3%

Le esportazioni
La crisi mondiale ha portato nel 2009 a un calo a due cifre dell’export italiano, arretrato a 1,37 miliardi di euro contro i quasi 1,60 del 2008 e l’1,62 del 2007. Quell’anno il saldo positivo della bilancia dei pagamenti fu di circa 717 milioni

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