
Per il territorio affari da 4,3 miliardi
Un impatto economico stimato di circa 4,3 miliardi di euro e quasi 43mila nuovi posti di lavoro valgono bene una battaglia per far sì che una fiera si trasferisca in un’area piuttosto che in un’altra.
Alla luce dei risultati della ricerca del Certet Bocconi e della Fondazione Fiera Milano si comprende meglio anche il perché “della coalizione e della lotta dei Comuni del Rhodense affinché il nuovo polo fieristico venisse costruito nel sito della ex-raffineria Agip tra Rho e Pero”, come spiega il sindaco di Rho, Paola Pessina. Sia chiaro però che dal cielo non cadrà nessuna pioggia di zecchini d’oro sull’economia della zona. Lanfranco Senn, direttore del Certet, mette in guardia: “Le opportunità di sviluppo toccano chi le sa cogliere. Il trend è quello che emerge dallo studio, il potenziale che si esprime è molto alto, ma è un potenziale su cui bisogna scommettere”.
Una parola che riassume il mestiere degli imprenditori, molto numerosi in questa zona dove un tempo “prevaleva il settore chimico, soprattutto per via della raffineria, mentre oggi a fare la parte del leone è la meccanica”, racconta Pessina. “Per le nostre imprese la fiera rappresenterà un’importante vetrina internazionale – dice Augustangela Fioroni, sindaco di Pero -. E questo potrebbe significare anche un significativo aumento dell’export”. Nella vetrina internazionale di Rho-Pero si incontreranno espositori provenienti da ogni zona d’Italia e d’Europa. “La fiera ha una funzione di interscambio internazionale e rappresenta il luogo in cui, per esempio, il giapponese s’incontra con il francese, e anche con il mobiliere del Rhodense. A beneficiare della fiera non saranno tanto gli imprenditori locali, ma quelli che sapranno offrire la qualità di produzione migliore”, continua Senn.
Gli impatti che il nuovo polo avrà sul territorio saranno diretti, indiretti e indotti. “Abbiamo calcolato che dei 4,3 miliardi di euro complessivi, le ricadute dirette ossia le spese di espositori e visitatori per partecipare alle manifestazioni che vanno dagli allestimenti allo shopping saranno pari a 1,9 miliardi – spiega Senn – mentre quelle indirette che riguarderanno i fornitori di fornitori risultano pari a 2,4 miliardi. Quest’ultimo dato mostra che le ricadute più forti saranno proprio sul back office dell’intero processo, cioè sulla macchina che sta dietro. Questo perché la fiera avrà come fornitori diretti per esempio dei mobilieri i quali a loro volta hanno come fornitori l’industria meccanica che fa i chiodi o le viti e quella chimica che produce le vernici”.
Tra i settori che beneficeranno maggiormente dell’insediamento fieristico al primo posto c’è il manifatturiero, seguito dagli alberghi e dai servizi alla persona. Proprio questi non dovranno farsi cogliere impreparati a soddisfare le richieste del nuovo polo perché ogni carenza potrebbe bloccare lo sviluppo del Rhodense e favorire quello delle zone limitrofe. “Se ci sarà carenza di alberghi a Rho o Pero, per esempio, questo giocherà a favore dei Comuni vicini. Di conseguenza beneficeranno in misura ridotta dell’impatto della fiera anche molti altri settori come il commercio”, osserva Senn. E i Comuni limitrofi sono molto numerosi; ben 43 quelli che distano 15 minuti appena dal nuovo polo fieristico e sono tutti piuttosto intraprendenti, come mostra il caso di Saronno, dove è già in costruzione un nuovo albergo. Del resto se il trend è questo adesso sta agli imprenditori attivarsi per potere beneficiare del volano economico chiamato Fiera.