
Per gli occhiali continua la corsa oltreconfine
di Giulia Crivelli
e Cristina Jucker
Quella che si apre oggi sarà l’ultima edizione di Mido a svolgersi in maggio: nel 2009 la più importante fiera dell’occhialeria al mondo si terrà in marzo (dal 6 al 9), sempre a Rho-Pero e in concomitanza con altre grandi manifestazioni del made in Italy: Micam (calzature), Mipel (pelletteria) e Mifur (pellicceria).
«Abbiamo deciso di anticipare la fiera per sincronizzarci maggiormente con i tempi di presentazione delle collezioni di occhiali legate ai grandi nomi della moda – ha spiegato Vittorio Tabacchi, presidente di Mido (oltre che di Safilo, secondo player del settore dopo Luxottica)–. La manifestazione resterà comunque un appuntamento dedicato anche al mondo delle lenti e dei macchinari, perché lo spirito del Mido è rimasto lo stesso degli inizi, anche se siamo arrivati alla 38esima edizione: essere una vetrina dell’intera filiera dell’occhialeria».
Tabacchi, che è anche presidente dell’Anfao, l’associazione che riunisce le aziende del settore e che organizza il Mido, ha poi annunciato la seconda novità del 2009: una trasferta romana della fiera, che si chiamerà Mido Business Forum. «La prima edizione si terrà dal 4 al 6 settembre nei padiglioni della fiera di Roma – ha precisato Dan Emanuel Levi, vicepresidente del Mido –. Ci è sembrato giusto offrire ai buyer, soprattutto quelli internazionali, un secondo appuntamento in una città che negli ultimi anni ha rivelato una forte vocazione al turismo d’affari». Nessuna disaffezione per Milano o il quartiere fieristico di Rho-Pero («il più grande in Europa e forse anche il più bello», ha detto Levi), ma solo la volontà di offrire maggiori opportunità agli operatori.
L’andamento del mercato
Tabacchi ha poi fornito qualche anticipazione sui dati economici del primo trimestre 2008, che confermano il lieve rallentamento degli ultimi mesi del 2007. Nello scorso anno il fatturato dell’occhialeria italiana (1.050 aziende per un totale di 18.500 occupati) è stato di 2,8 miliardi di euro (+11% sul 2006), trainato dall’export, che vale l’83% del totale. «Continuiamo a essere il settore di riferimento del made in Italy, ma anche noi siamo preoccupati per la congiuntura internazionale – ha sottolineato Tabacchi –. I dati di gennaio però non sono negativi, anzi: l’export è cresciuto del 18% e il primo trimestre dovrebbe chiudersi con un +11%».
L’occhiale come accessorio moda
Lo spostamento di Mido a marzo e il sempre maggior numero di griffe che lanciano, attraverso accordi di licenze, linee di occhiali dimostrano quanto la moda sia diventata un partner strategico. Al Mido, che fino a lunedì ospiterà 1.246 aziende su 55mila metri quadrati, ci saranno alcuni debuttanti (Alberta Ferretti, Furla, Kiton, Napapijri, Scervino e Bottega Veneta per le montature da vista), ma anche un anniversario. L’eyewear firmato da Giorgio Armani compie 20 anni: lo stilista fu tra ai primi, nel 1988, a intuire l’importanza dell’occhiale come accessorio moda.
Oggi a "contendersi" il mercato degli occhiali griffati di fascia alta e altissima sono un pugno di aziende, al 90% italiane: Luxottica, Safilo, De Rigo, Marcolin, Allison, Visibilia, VidiVici e Sover. De Rigo, al terzo posto nella classifica dei ricavi, ha appena reso noti i risultati del 2007: 582,2 milioni di fatturato, in crescita del 4,6%, un margine operativo lordo salito da 63,7 a 64,2 milioni (11% del fatturato) ma un utile netto sceso da 24,2 a 14,1 milioni, a causa anche di un maggior impatto fiscale. «Nell’ultimo anno i ricavi complessivi delle prime cinque aziende italiane sono saliti, ma solo del 6,3% – spiega Carlo Pambianco, presidente della società di consulenza Pambianco Strategie di impresa –. È la redditività, invece, che ha fatto un balzo: +20,5%. Questo significa che le aziende si sono consolidate». Ma c’è un altro aspetto da sottolineare, secondo Pambianco: «Luxottica, con 19 marchi in licenza, ha registrato nel 2007 un ebitda pari al 23,5% del fatturato; Safilo, 30 marchi in portafoglio, si è fermato al 14,7%. C’è quindi un rapporto preciso tra numero di licenze e redditività: in pratica, più è alto il fatturato medio di un singolo marchio, più è possibile ottenere sinergie e più si guadagna». Non è un caso, quindi, che la competizione tra le grandi aziende per assicurarsi i brand più prestigiosi sia fortissima: l’anno scorso Luxottica ha "strappato" a Safilo la licenza Ralph Lauren pagando in un colpo solo 200 milioni di dollari come anticipo sulle royalties per dieci anni.
LE LICENZE PRINCIPALI
LUXOTTICA
p Anne Klein, Brooks Brothers, Bulgari, Burberry, Chanel, Dolce&Gabbana, Donna Karan, Miu Miu, Ralph Lauren, Prada, Salvatore Ferragamo, Tiffany, Versace
SAFILO
p Alexander McQueen, Balenciaga, Hugo Boss, Bottega Veneta, Boucheron, Dior, Diesel, Armani, Gucci, Jimmy Choo, Marc Jacobs, Max Mara, Pierre Cardin, Valentino, Yves Saint Laurent, Stella Mc Cartney (fino a fine 2008)
DE RIGO
p Céline, Chopard, Ermenegildo Zegna, Escada, Etro, FilaEyes, Furla, Givenchy, Jean Paul Gaultier, Loewe, Pirelli Pzero, Tous
MARCOLIN
p Cover Girl, Dsquared2, Ferrari, Kenneth Cole, Martin Margiela, Miss Sixty, Montblanc, Replay, Roberto Cavalli, Roger Vivier, Timberland, Tom Ford, Web
ALLISON
p Alessandro Dell’Acqua, Byblos, Dirk Bikkembergs, Extè, Frankie Morello, Ferré, Iceberg, John Richmond, Missoni, Moschino, Sisley, Trudi, Benetton, Vivienne Westwood