Rassegna stampa

Pasta in vetrina a Fiera Bologna

Da Miss tagliatella ai Centri di ricerca sul grano duro, dai grandi chef italiani alle più moderne tecnologie per le macchine della molitura, dai famosi pizzaioli salernitani di Tramonti ai convegni su alimentazione e salute, dai talk show sul ragù alla bolognese al know-how del packaging, dai fusilli alle penne rigate, da Marisa Laurito a Massimo Ranieri. La prima grande manifestazione sull’orgoglio italiano della pasta debutta oggi alla Fiera di Bologna con l’obiettivo di dire tutto, ma proprio tutto sul più noto e usato prodotto nazionale, sulla filiera produttiva che porta dalla semina al piatto di spaghetti, sulla tradizione che di regione in regione, di paese in paese, ha consentito la nascita in Italia di ben 2.500 formati di pasta diversi.
Il Salone ha nome PastaTrend e vuole essere una vetrina su uno dei prodotti del made in Italy più invidiati e copiati, un’esposizione dove sono attesi più di 1.500 buyer e operatori specializzati, da 38 paesi del mondo, a iniziare dalla Cina dove è previsto che la pasta italiana avrà crescenti occasioni di export. Tanto che la Regione Emilia Romagna riserverà uno spazio a PastaTrend tra le iniziative promosse in occasione dell’Expo Shanghai 2010, per far gustare le tagliatelle e i maccheroni a docenti e studenti nella mensa della locale università.
Certo il debutto di una manifestazione fieristica su una delle colonne portanti dell’agroalimentare italiano proprio alla vigilia di Cibus, il noto salone dell’alimentazione che apre il 10 maggio prossimo la sua quindicesima edizione alla Fiera di Parma, non ha mancato di suscitare qualche polemica.
Nell’attuale momento di concorrenza esasperata tra i poli espositivi italiani, qualcuno ha letto in questa iniziativa un tentativo da parte di Bologna di entrare con forza in un comparto già ben rappresentato da altri. Non a caso il più grande produttore italiano di pasta, il gruppo Barilla di Parma, sarà assente da PastaTrend.
Il presidente di BolognaFiere, Fabio Roversi Monaco, getta, però, acqua sul fuoco delle polemiche: «Cibus è una fiera di grande qualità, ambita da tutti, ideata da Parma ed è giusto che rimanga loro. Questo è tanto vero che due anni fa, pensando che potessero avere problemi circa il loro quartiere espositivo, proposi di fare Cibus nel quartiere di Bologna dato in prestito, ma come manifestazione di Parma, per evitare che nascessero appetiti da parte di altri. Appetiti che poi sono nati. Quindi – continua Roversi Monaco – nessuna idea di insidiare Cibus che è una manifestazione generalista. PastaTrend è invece specializzata su un’unica filiera, in tutti i suoi aspetti, a iniziare dalla ricerca sulle sementi. Quindi nessuna volontà di compiere atti emulativi nei confronti di altre solide realtà».
A PastaTrend, organizzata da Avenue Media di Bologna e da Assoexpo di Milano in collaborazione con BolognaFiere, non ci sarà Barilla, ma ci saranno altri importanti produttori italiani come la Antonio Amato, sponsor della Nazionale di calcio, insieme a oltre 150 espositori in rappresentanza di tutta la filiera in cui operano, secondo una recente ricerca del Centro studi Nomisma, circa 6mila imprese, in gran parte artigianali, che danno lavoro a 30mila addetti, muovendo un giro di affari di 6 miliardi.
Un settore che sta conoscendo una crescita definita dai ricercatori «esponenziale», con il valore della produzione «più che raddoppiato negli ultimi quattro anni». Dopo la battuta di arresto del 2009, prospettive sempre più interessanti dovrebbero aprirsi anche sul fronte dell’export dove l’Italia è prima al mondo, con una quota di mercato negli scambi internazionali pari al 42 per cento. Per crescere, però bisogna superare i problemi posti da un tessuto produttivo troppo polverizzato.
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