Rassegna stampa

PadovaFiere sul mercato: ai privati il 60%

PadovaFiere corre verso la privatizzazione. «Sarà un’operazione anomala – dice Andrea Olivi, direttore generale dell’ente – e per questo è mal vista da altre fiere italiane». Gli azionisti (oggi la compagine azionaria è composta da Comune di Padova e Camera di Commercio, che insieme possiedono l’80%, e dalla Provincia che ha il 20%) hanno deciso di mettere sul mercato il 60% del capitale. Sono 27 le società che hanno già manifestato interesse per l’operazione. Tra gli aspiranti soci spiccano nomi eccellenti: da 21 Investimenti a Bologna e Verona Fiere, passando per Cna, Abm Networks, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova, fino al Sanpaolo Imi e a Banca Intesa. «Non abbiamo pregiudizi o preclusioni d’alcun tipo – prosegue Olivi – ma all’ingresso di soci di provenienza fieristica preferiremmo imprenditori puri, magari anche stranieri, slegati dalla politica». La fase due della privatizzazione, a cui stanno lavorando come advisor Ernst&Yung e lo studio legale Chiomenti, entrerà nel vivo il 6 settembre quando il management di PadovaFiere incontrerà gli interessati all’acquisto. «Per allora – prosegue il direttore generale – il numero dei contendenti si sarà ridotto, si saranno formate le prime cordate e si comincerà a parlare di offerte. La scelta del nuovo socio strategico verrà poi decisa da una commissione interna creata ad hoc». L’iniezione di capitale prevista è di almeno 21 milioni di euro. In seguito alla privatizzazione – che si chiuderà entro l’anno – ai tre soci pubblici resterà complessivamente il 40% del capitale. Decisamente più lunghi i tempi previsti per il debutto a Piazza Affari. «Per ora è prematuro parlarne – spiega Olivi – non abbiamo ancora i numeri per fare questo passo. Alla Borsa si potrebbe pensare solo se si raggiungesse un accordo tra Fiere venete creando il terzo polo fieristico del Paese». Allo studio c’è anche l’ipotesi di scorporare la parte immobiliare creando un’apposita Fondazione per affittare le strutture a PadovaFiere. L’ente che ospita 26 manifestazioni, di cui 6 internazionali, ha chiuso il 2003 con un fatturato di 18,6 milioni e una perdita di 2,8 milioni.

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