Rassegna stampa

Padova riscrive il meccanismo per la vendita del 60% ai privati

PADOVA – Come in una sorta di sfortunato giro dell’oca la privatizzazione di Padovafiere ritorna alla casella di partenza, o quasi. Sul piatto c’è il 60% delle quote dell’ente fieristico padovano messo in gara da Comune, Provincia e Camera di Commercio che oggi detengono l’intero pacchetto azionario. Nei mesi scorsi era stata fissata come quota minima per le offerte una soglia attorno ai 21 milioni ma, dopo un buon livello di attenzione iniziale con 27 manifestazioni di interesse da parte di altrettanti soggetti, alla fine le buste arrivate entro il termine fissato sono state solo due. Questo accadeva una settimana fa ed ora, dopo averne visionato il contenuto, presidenza della Fiera ed azionisti hanno deciso di riaprire daccapo i giochi.
Il nuovo meccanismo sarà messo a punto in pochi giorni perché c’è tutta l’intenzione di rispettare i tempi previsti per un progetto che ha “dormito” fin troppo in attesa dei necessari via libera politici. Padovafiere, in sostanza, vuole aprire le porte al nuovo socio di maggioranza entro gennaio. L’ipotesi procedurale che trova oggi maggior credito prevede l’apertura di una trattativa privata con tutti e 27 i soggetti interessati, con una differenza di fondo rispetto al primo bando: la parte immobiliare dovrebbe essere staccata da quella gestionale.
A fermare quasi tutti i concorrenti nella prima fase era stato infatti il peso in negativo degli immobili sui conti della fiera. Il debito accumulato con forti investimenti in nuove infrastrutture realizzate negli ultimi anni ammonta a 38 milioni e nessuno pare intenzionato a diventare il socio forte di un ente con quel fardello. Anche gli unici due soggetti che hanno comunque presentato una proposta, i francesi di GL events e Veronafiere, si sono detti disponibili solo a patto di trattare uno scorporo degli immobili. Soluzione che gli attuali soci hanno deciso di accettare. “La proprietà – spiega il presidente di Padovafiere Ferruccio Macola – ha valutato positivamente la prospettiva di una nuova formula che dovrebbe consentire di non alienare il patrimonio immobiliare e di remunerare a costo zero l’investimento.”
Conti alla mano ci sono 15 milioni stanziati dalla Finanziaria 2004 in favore di operazioni infrastrutturali di Padovafiere che potrebbero andare a sanare parte del debito, mentre la quota restante sarebbe coperta con una decina di milioni provenienti dalla privatizzazione e con il canone che il nuovo gestore pagherà per l’utilizzo del quartiere fieristico. “Resta comunque invariata la filosofia di base – aggiunge Macola -, non cerchiamo un socio qualunque ma un vero e proprio partner. Per questo non sarà valutata solo la proposta economica ma anche la presentazione di un piano industriale collegato che riteniamo indispensabile”.
La nuova architettura della privatizzazione ricalca molto da vicino la proposta di GL events e Macola ammette che con qualche aggiustamento l’accordo con i francesi potrebbe essere facilmente raggiungibile, ma il governatore del Veneto Giancarlo Galan non ha mancato di schierarsi invece apertamente per un’intesa con Veronafiere che aprirebbe la strada a quel forte polo fieristico regionale cui si guarda da tempo. Il nodo potrebbe diventare da industriale, come lo si voleva impostare, a politico, e GL events ha già fatto conoscere la propria disponibilità ad accogliere in una posizione di minoranza Veronafiere a patto di uno scambio azionario. Il presidente della fiera scaligera Luigi Castelletti tace, ma l’impressione è che questa sorta di effetto domino gli interessi ben poco.

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