
Padova ha scelto i francesi Gl Events Ma Vicenza e Verona non ci stanno
(p. e.) Non è ancora finita. Anche se la mazzata arrivata l’altra sera da Padova è di quelle che fanno male. A nome dei tre enti pubblici padovani, il sindaco Flavio Zanonato ha annunciato che per la cessione di Padovafiere si tratterà solo con la cordata francese di Gl Events. E ha così ufficializzato il ‘no’ alla lettera-diffida con cui la cordata vicentina-veronese aveva chiesto di poter rilanciare ancora una volta la sua offerta. Una cordata veramente unica nella storia – nonostante avesse visto sfilarsi la Banca Antonveneta – perché finora non si era mai visto mettersi assieme Fiere di Vicenza e Verona (30% a testa), Regione (finanziaria Veneto sviluppo: 20%), Banche popolari di Vicenza e di Verona (10% a testa) e poi Confcommercio (Axiter: 5%) e un consorzio formato dalle Associazioni industriali di Vicenza e Verona e dagli artigiani veneti della Frav (5%). Non è bastato. Dopo una lunga riunione, gli enti padovani hanno annunciato ai giornalisti di aver scelto di trattare solo con i francesi. Ma, appunto, la decisione ufficiale non c’è ancora. E ieri sera il presidente della Fiera vicentina Antonio Tonellotto (nella foto) annunciava una nuova lettera firmata Vicenza-Verona e inviata agli enti padovani. «Ribadiamo – spiega Tonellotto – che secondo noi ci si può ancora confrontare, e chiediamo di essere convocati per rivedere la nostra offerta. Anche perché, al di là di quello che scrivono i giornali, non è vero che le due offerte presentate siano così distanti come si vuole fare credere». Tra l’altro l’ipotesi di un eventuale ricorso, già fatta balenare da Tonellotto nelle dichiarazioni ‘a caldo’ dell’altra sera, resta in piedi. Quanto all’offerta, come è ormai noto i francesi hanno offerto 16 milioni di euro per l’80% di Padovafiere, 4 milioni per la ricapitalizzazione della società e 5 milioni per canoni di affitto e manutenzione. I veneti con il loro rilancio offrono 13,5 milioni di euro per il 75% di Padovafiere, 3 milioni per la ricapitalizzazione, e 2,1 milioni l’anno tra affitto e manutenzioni. «Con la nostra offerta – spiega Dino Menarin, presidente della Camera di commercio – ci si era mossi sulla base di valutazioni fatte a suo tempo sul valore effettivo di Padovafiere. Ora si è andati oltre». Tanto che per il rilancio la cordata veneta ha anche chiesto che ci sia una due diligence che certifichi i dati del preconsuntivo 2004 e verifichi la titolarità delle manifestazioni fieristiche più rilevanti: a Padova non è stata una condizione molto gradita… «Guardi, se la valutazione è stata che c’è un’organizzazione internazionale che vuole far crescere Padovafiere e valorizzarla, Padova ha fatto la sua scelta. Secondo me sbagliata da un punto di vista strategico, perché si poteva giocare il ruolo complessivo di un sistema veneto». Ma la cordata veneta è nata tardi. «Il ritardo c’è stato, certo. E di Vicenza più di altri perché eravamo occupati in problemi ben più piccoli come la proprietà della Fiera – sferza Menarin – e adesso c’è una situazione nuova. Vicenza ha di fatto un’unica realtà internazionale, che sono le fiere orafe, e la maxi-fiera di Milano ha comprato la rivista “l’Orafo italiano”, il che la dice lunga sulle sue intenzioni. Io dico: basta con gli occhi puntati su prospettive venete. Abbiamo bisogno di alleanze, forti: dobbiamo guardarci attorno, e presto».