Rassegna stampa

Ontani artista a tutto tondo

di Gabi Scardi

Il MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta in occasione di Arte Fiera il nuovo ciclo di mostre: una personale dedicata a Luigi Ontani (fino a l 4 maggio), e altre due dedicate rispettivamente a Guyton\Walker e a Ding Yi (fino a 30 marzo).

La mostra di Ontani, a cura di Gianfranco Maraniello, dal titolo Gigante3RazzEtà7ArtiCentAuro, si compone di circa duecento opere compresi i film e i video che l’artista realizza già a partire dal 1970.

Due Fontane, 12 Ermestatiche, i Prigioni, una quadreria e un’intera sala "indiane", sculture, opere fotografiche molte delle quali storiche, oltre ad alcuni lavori recentissimi; non proprio una retrospettiva, dunque, ma una mostra maggiore per questo artista che ha precorso, nell’opera e nei modi, alcune tendenze che hanno poi assunto un ruolo centrale nell’arte occidentale. Ontani esordisce infatti sulla scena artistica intorno a metà anni Sessanta, e nell’arco di poco tempo assume tematiche che non abbandonerà più: l’attenzione nei confronti del corpo e la percezione di un’organicità del reale, l’idea di un metamorfico ibridarsi, moltiplicarsi, dissimularsi dell’identità, e poi la citazione, la maschera, la messa in scena del reale, i giochi linguistici. A queste tematiche si aggiungeranno presto l’interesse per l’oriente, per i suoi stilemi e per i suoi miti; e una fascinazione per le arti decorative, con la riscoperta di tecniche artigianali e di materiali trascurati: dalla ceramica al marmo, alla cartapesta, alla pittura a tempera e a olio che all’inizio degli anni Settanta pochi artisti sapevano coniugare con le tendenze concettuali e poveriste del momento, e che Ontani recupera invece, utilizzandole tra l’altro in formati desueti come il tondo.

Se già nel 1969, con un’opera in cui lo si vede prendere il via su un tappeto volante, l’artista anticipava uno dei propri temi ricorrenti, nel 1974 Ontani realizza i tableau-vivants, quadri viventi, in cui egli stesso, narcisisticamente, si espone nel duplice ruolo di autore e modello. Ironico e dissacrante interprete dell’immaginario classico come di quello orientale, capace, nel suo incessante trasformismo, di appropriarsi dell’«altrui» e dell’«altrove» senza mai rinunciare a se stesso, cultore di un kitsch sofisticato e assoluto, Ontani è attratto dalla possibilità d’inscenare storia e miti, favole e realtà: manipolandoli e facendosene immancabilmente centro e protagonista teatrale, ineffabile, trionfale, mai convenzionale; fino alla creazione di una vera e propria mitologia derivata, che è la sua individuale. Tra colte rievocazioni e trasgressive impersonificazioni, tra busti in ceramica e autoritratti fotografici nelle vesti di personaggi storici o di soggetti di opere d’arte, nella mostra del MAMbo si vedranno anche Le Ore, enfatica recitazione di se stesso in 24 ore secondo un linguaggio che fonde stilemi del manierismo e del neoclassicismo.

Per quanto riguarda le altre mostre, dietroilnome Guyton\Walker si cela un duo statunitense,Wade Guyton e Kelley Walker. Nei lavori e nelle installazioni che Guyton\Walker eseguono in collaborazione, riferimenti ricorrenti tratti da arti visive,mass-media, grafica,designe pubblicità divengono il soggetto di dipinti, etichette, bandiere, lampade, oggetti a loro volta costantemente ripresentati, in modi sempre diversi, nei singoli spazi espositivi. Richiamando i modi di produzione e le strategie estetiche di artisti notissimi come Andy Warhol o Richard Prince all’interno di una riflessione sulle tecniche di produzione e sulla circolazione delle immagini contemporanee, Guyton\Walker riflette sulla pervasiva presenza nell’immagine pop nel mondo attuale ed evidenzia l’intrinseca complessità di definire oggi.

Ding Yi infine, tra i massimi pittori astratti cinesi, basa la propria elaborazione su un’unica matrice, il segno + e la sua variante x, in una affermazione sistematica che ossessivamente investe supporti diversi ricorrendo a differenti media artistici come olio, acrilico, carbone e penna. Il leitmotiv, così ripetitivo, si contrappone alla varietà dei colori, che si vanno facendo più accesi e vibranti nel tempo, come a evocare l’ambiente urbano sempre più artificialmente luminoso di Shanghai. Le due mostre sono, rispettivamente, a cura di Andrea Viliani e di Gianfranco Maraniello.

1MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, Via Don Minzoni 14, Bologna.

Cataloghi: Skira.

Newsletter