Rassegna stampa

Ognuna per la sua strada

I due rischi più gravi per i prossimi mesi sono l’inerzia e la lotta tra cugini. Bologna, Rimini e Parma, le tre più importanti fiere dell’Emilia-Romagna, hanno questo timore per il 2011. La crisi economica, che obbliga le imprese a ridurre budget per partecipare alle manifestazioni, imporrà certamente un ridimensionamento del numero di espositori e di visitatori; ma i distretti fieristici, che già hanno dovuto rinviare l’investimento in nuove strutture o nell’ammodernamento di quelle esistenti, devono usare tutte le forze per offrire nuovi servizi e trasformarsi sempre più in organizzatori di eventi. Con la speranza che la concorrenza, non solo estera ma anche italiana, sia portata avanti ad armi pari.
Di questo sono convinti tutti e tre gli amministratori degli expo emiliano-romagnoli. A partire da Fabio Roversi Monaco, presidente di BolognaFiere, che nel 2010 ha chiuso con un dimezzamento della perdita registrata nel 2009 dal gruppo (passata da 7 milioni a 3,5) e un edibta cresciuto da 12,8 a 13,7 milioni, a fronte di fatturato consolidato, nel budget 2011, di 101 milioni di euro? In futuro, spiega il presidente «si devono individuare nuovi spazi, magari circoscritti e mirati». Il presidente di Fiere di Parma (30 milioni di ricavi nel 2010), Franco Boni dice che «la competizione tra quartieri è inevitabile e comprendo la necessità di valorizzare le proprie strutture. Sono anche convinto che ci sia spazio per tutti, ma a Parma rivendichiamo dopo oltre 25 anni il privilegio di rappresentare in modo globale il settore dell’agroalimentare».
Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera (77milioni di ricavi nel 2010 -2% rispetto il 2009), è più preoccupato della concorrenza estera. «Gli espositori oggi – spiega – sono costretti a partecipare a fiere dove c’è la domanda. Per questo da tempo riflettiamo sulla necessità di realizzare manifestazioni in altri paesi, come stanno facendo per esempio in Germania dove associazioni e istituzioni insieme hanno aperto una propria struttura all’interno dell’expo di Shanghai».
Commenti positivi per la buona riuscita degli eventi in agenda nel 2010, anche se tutti sono cauti nel fare previsioni per il 2011. Buoni i risultati a Bologna per le grandi manifestazioni come Cosmoprof, Lineapelle, Cersaie, Saie, Eima, Motorshow e la crescita di attività di Bf Servizi (la società per gli allestimenti) che ha potenziato l’offerta integrata del gruppo. «Il prossimo anno – dice Roversi Monaco – investiremo circa quattro milioni per il restyling di alcuni padiglioni, ma dopo l’inaugurazione nei mesi scorsi del nuovo parcheggio e del casello autostradale, non sono previste nuove infrastrutture».
A Rimini, nel 2011, verranno inaugurate quattro nuove manifestazioni (Agrifil, salone della filiera agroalimentare, Ebook Lab Italia, Thermalia e Play Outdoor) e un evento che riguarderà il mondo dello sport. Assieme ad Acimac, l’associazione dei costruttori di macchine per ceramiche, si sta concludendo un accordo per l’organizzazione dell’edizione cinese di Tecnargilla a Guangzhou; mentre con Bologna Fiere, attraverso Fairsystem, si sta lavorando ad un progetto di acquisizione sul mercato turco. «A parte la manutenzione ordinaria dei padiglioni – spiega Cagnoni – entro l’anno è prevista l’installazione di impianti fotovoltaici su tutti i capannoni. Una volta superate le difficoltà formali e burocratiche, nei prossimi mesi contiamo di poter aprire ufficialmente il Palazzo dei congressi». I risultati positivi del 2010, per Parma, sono dovuti in gran parte al successo di Cibus e all’acquisizione del Salone del camper, che ha portato 136mila visitatori alla sua prima edizione. Tra le novità in cantiere per l’anno appena iniziato Cibus tour, aperta al pubblico ad aprile in collaborazione con Slow Food. «Non è il momento storico per fare un allargamento delle strutture di Fiera Parma – ammette Boni – ma proseguiremo con l’installazione del fotovoltaico su tre capannoni».
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