Rassegna stampa

Offerta olandese per Panem

Nicola Dante Basile

MILANO

Il 97% degli italiani, cioè 50 milioni di persone del Nord del Centro e del Sud preferisce mangiare pane fresco artigianale. Ma non è disdegnato il prodotto fresco industriale, poiché oltre ad avere una forte dose di "servizio" viene consumato dal 28% degli italiani, pari a 14 milioni di persone.

Ma mentre gli spazi per il pane fresco artigianale e industriale si espandono, non si può dire la stessa cosa per il prodotto surgelato (7% della popolazione) e ancora peggio è per i "sostitutivi del pane", che accusano addirittura un’inversione di tendenza. A dirlo è il risultato di una ricerca che verrà illustrata nel dettaglio al Salone dell’arte bianca – Siab – in programma dal 5 al 9 maggio prossimi alla Fiera di Verona.

In tale contesto si inserisce la notizia di forti interessi da parte di capitali esteri per Panem, la società leader nel pane fresco industriale con 41 milioni di chili di prodotto l’anno e il 20% del mercato di competenza. A questo si aggiunga la notizia relativa all’uscita dell’imprenditore Mario Resca, presidente di McDonald’s Italia, dalla compagine sociale dell’altro grande player dell’industria italiana della panificazione, Panholding.

Nel caso di Panem, fonti qualificate parlano di offerte provenienti dal Nord Europa e attualmente al vaglio dei responsabili di If Investimenti, il fondo di private equity che nel 2003 ha rilevato dal gruppo Barila il 99% della società (il rimanente 1% è in mano al management).

I nomi sono top secret, anche se le stesse fonti associano il profilo di uno dei potenziali acquirenti a quello di un gruppo alimentare olandese. L’interesse estero sarebbe stato manifestato dopo che una precedente trattativa con un gruppo italiano non è andato a buon fine.

Ma sia il profilo che le nuove offerte non trovano corrispondenza nelle dichiarazioni dell’ad di Panem, Giovanni Maria Castoldi, il quale preferisce che a parlare della questione siano i diretti responsabili del fondo. «Per quanto mi compete – dichiara Castoldi – posso dire che la società in tre anni ha allargato la rete a oltre 5mila punti vendita, ha raddoppiato il fatturato a 80 milioni di euro e ha abbattuto il debito iniziale a un solo milione di euro».

Società costituita nel 1969 dalla famiglia Magnani, di lunga tradizione nel settore della panificazione, Panem alla fine degli anni 80 fu rilevata dal gruppo Barilla che, successivamente, provvide ad allocarla sotto la gestione della controllata GranMilano. Poi nel 2003 la decisione di passare la mano, con l’entrata in scena del fondo di private equity. Ma anche per il fondo evidentemente è giunta l’ora di monetizzare.

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