Rassegna stampa

«Nuovi eventi per il rilancio»

Prova di maturità per Fiera Milano spa. Le tocca di diventar grande per davvero e, per farlo, stavolta deve imboccare il sentiero irto e stretto tra costi e ambizioni. Dimagrire per crescere. Non è un dramma, per Enrico Pazzali, 46 anni, giovane amministratore delegato, cooptato un anno e mezzo fa all’interno della struttura (era direttore generale), esperienze in società delle finanze importanti come Sogei e in Poste italiane.
Pazzali, Fiera Milano ha conti in bilico, una vertenza sindacale in dirittura di arrivo, ulteriori ritocchi alla galassia di società collegate, nuove alleanze, tanto marketing. Non c’è troppa carne al fuoco?
Non direi. Il momento è complesso ma l’importante è che ognuno faccia la sua parte. Direi che è una congiuntura fisiologica se si guarda alla storia decennale di Fiera Milano. Uno snodo in qualche modo ineludibile.
Qui però c’è la cassa in deroga per una novantina di persone per un anno intero, si parla di rimodulazione dei tempi di lavoro da 36 a 40, si discute di orari multiperiodali per far fronte ai picchi produttivi, di funzioni orientate alla vendita. Non si era mai visto, tanto movimento.
Certo. Noi però siamo rimasti stupiti dal senso di responsabilità che abbiamo visto nella nostra controparte. Non sono misure facili da prendere, ma stiamo per chiudere la vertenza aziendale. Dopo la riunione di ieri ormai manca solo qualche dettaglio tecnico per metterci su la parola fine.
Anche voi avete fatto la vostra parte.
Tutti dobbiamo fare sacrifici. L’operazione di riorganizzazione delle società collegate, passate da 16 a 9, ha comportato sì una cura dimagrante. Anche per i dirigenti. E noi amministratori ci siamo ridotti i compensi. E, dirò, non è finita. Anzi.
Con il Macef riprende alla grande la stagione fieristica, intanto oggi parte Milano Unica. Ci sono segnali di ripresa?
Macef è tornato alla grande, con maggiori spazi. Per la nuova stagione, abbiamo ampliato complessivamente le attività di 100mila metri quadri netti. Debutteranno nuove rassegne, tra cui Intercharme dedicata alla cosmesi e al benessere, Cavalli a Milano che ha già tutti gli spazi prenotati, un evento dedicato al mondo del calcio che si terrà a dicembre in concomitanza con l’artigiano in Fiera.
L’internazionalizzazione della Fiera deve fare i conti con la concorrenza: Germania, Francia, continuano a investire anche all’estero, noi stessi siamo nel mirino degli appetiti francesi ormai a un passo ormai dalla Fiera di Roma.
Giusto. Ma noi continueremo a espanderci, per questo dobbiamo razionalizzare. Dopo l’accordo per sbarcare in Brasile, al quale mancano i dettagli finali, continueremo a rafforzarci: in Cina, in Brasile, India, la Russia resta sempre nel nostro radar.
Le prospettive dell’Expo milanese del 2015 restano ancora molto poco definite, specie per quanto riguarda la parte infrastrutturale. Voi siete partner importanti, cosa risponderete al nuovo ad Giuseppe Sala se vi dovesse chiedere di dargli un’altra mano. Oltre a quella già promessa, beninteso?
Nel progetto originario noi abbiamo già messo a disposizione i padiglioni due e quattro. In quel periodo saremo alle prese con manifestazioni importantissime. Però, vediamo, qualche spazio ancora potrà spuntare.
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