
«Niente Fiera? Falconara non paga»
Andrea Biondi
Il riassetto del sistema fieristico sta infiammando da settimane il dibattito politico nelle Marche. E non può che gettare benzina sul fuoco la minaccia che rimbalza da Falconara. Se la regione non si spenderà per far sì che anche la zona abbia dei padiglioni fieristici, Falconara non salderà il debito da 2,8 milioni di euro: soldi ricevuti negli anni scorsi proprio dalla regione – che ha così dato una mano a un’amministrazione sull’orlo del dissesto – e legati al protocollo d’intesa firmato con il comune per sancire l’adesione di Falconara al progetto della Quadrilatero. A valle del quale ci sono i padiglioni fieristici nell’area “leader” di Falconara-Chiaravalle che, una volta costruiti, dovranno essere «utilizzati dalla futura società fieristica», dice Clemente Rossi, capogruppo Pdl in consiglio comunale.
In virtù di questo accordo di programma infatti, precisa Rossi, «il comune si impegnava a versare, nei prossimi anni, alla società Quadrilatero, di cui la regione Marche è socia, risorse finanziarie per circa 7-8 milioni e di contro ha ricevuto un prestito senza interessi di 2,8 milioni». Ma, continua Rossi, «l’amministrazione precedente di centro-sinistra ha sottoscritto il protocollo solo dopo aver ricevuto l’assicurazione dal governatore Spacca di accogliere nel proprio territorio l’attività fieristica regionale». Dunque, se così non fosse, conclude Rossi «il Pdl inviterà l’amministrazione Brandoni a valutare l’opportunità di trattenere il prestito di 2,8 milioni fatto dalla regione».
Per il momento non è l’amministrazione comunale a prendere posizione. Ma Rossi è persona politicamente molto vicina al sindaco Goffredo Brandoni e, in questi mesi, insieme con il presidente del consiglio comunale Marco Giacanella ha rappresentato la “voce” della maggioranza politica di Falconara sul tema Fiera.
Quella di Clemente Rossi è una nota di fuoco all’indirizzo di Palazzo Raffaello. «La giunta regionale delle Marche – dice – ha abdicato al proprio ruolo di ente con funzione di indirizzo e di programmazione delle attività del territorio. Ciò si evince con la posizione tenuta dal presidente Spacca il quale di fatto si “lava le mani” della costituenda società fieristica».
Il riferimento è al fatto che, disciolta la controllata regionale Erf (che gestiva l’attività ad Ancona e Civitanova), il governatore Spacca ha chiarito che la regione potrebbe dare supporto, ma non intende addentrarsi oltre nella nuova Fiera.
Nel frattempo, a Pesaro la Cdc (socio unico di Fiere Pesaro) sta lavorando alla creazione di una società senza padiglioni nell’Anconetano (entro il 2013 la fiera di Ancona dovrà comunque lasciare l’area del porto), ma solo a Pesaro e Civitanova. Apriti cielo, soprattutto perché la Quadrilatero è all’opera per la ricerca di investitori in grado di creare il già citato polo con padiglioni fieristici da dare poi in gestione. Da qui il guanto di sfida lanciato da Rossi che chiama la regione a far sì che la nuova società usi i padiglioni dell’area leader. Pena l’inadempienza.
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LO SCENARIO
Il « Sole-24 Ore CentroNord» del 22 settembre ha pubblicato un articolo sulle trattative per fare entrare un socio privato nella costituenda fiera unica regionale e dell’intenzione di Fiere Pesaro di ricapitalizzare da sola se dagli enti anconetani non arriverà un sì al progetto entro metà ottobre