
«Nelle nostre fiere apriremo uffici per scoprire i falsi»
Mr. Jia Qingwen, presidente di China national furniture association (Cnfa), vuol tenere fede alla promessa fatta: essere presente con una nutrita delegazione al Salone internazionale del mobile e incontrare i colleghi italiani con cui qualche settimana fa ha firmato in Cina il Codice di condotta italo-cinese.
Presidente Qingwen, quali opportunità possono nascere dalla sigla dell’accordo con Federlegno-Arredo?
Cina e Italia sono due Paesi noti al mondo per la produzione di mobili. L’arredamento made in Italy è famoso per il suo design, per la qualità dei prodotti e occupa un’importante posizione nella fascia di mercato medio-alta. Grazie al suo competitivo costo del lavoro e all’economia in rapida crescita nell’ultimo decennio, la Cina si è aggiudicata un’adeguata fetta di mercato nella fascia bassa e media del mercato. Quindi, l’industria dei due Paesi è complementare. Ma la sigla dell’accordo ha creato una base per l’ulteriore esplorazione di benefici comuni da entrambe le parti.
Come monitorerete l’applicazione concreta in Cina di questo accordo?
Noi di Cnfa intanto abbiamo pianificato questo viaggio a Milano per il Salone. Sono pronto a incontrare e a discutere con il presidente Roberto Snaidero di Federlegno-Arredo i dettagli relativi proprio all’applicazione del l’accordo. Nel frattempo, invitiamo con piacere i colleghi italiani a visitare la 13esima China International Furniture Expo che si terrà a Shanghai a settembre dal 12 al 15. Speriamo che questa visita a doppio senso possa aiutarci a rinsaldare le relazioni.
Che dimensioni ha la vostra associazione di categoria?
Cnfa è costituita da più di 5mila aziende nostre socie, molte delle quali hanno già stabilito tra di loro rapporti di cooperazione, mentre altre hanno stabilito la loro base in Cina. Questo vale per alcuni designer italiani che già operano da noi. Cnfa offrirà loro tutto l’aiuto possibile.
Quali misure sono state prese da voi, a prescindere dall’accordo, per assicurare la protezione dei diritti di proprietà intellettuale?
In anni recenti, il Governo cinese ha dato molta importanza a tutto ciò e ha promulgato una serie di norme rilevanti per regolare questi profili, anche in riferimento alle società miste, costituite da cinesi e italiani. Comunque, visto che la Cina è un Paese in via di sviluppo, ci vuol tempo per adottare e elevare gli standard in questo campo. Metteremo un ufficio dedicato a ciò nelle Fiere di settore, in caso di violazioni prenderemo misure per allontanare le società responsabili impedendo loro di esibirsi o comunque le porteremo davanti alle corti per inosservanza della legge.
Cosa vi aspettate come conseguenza dell’accordo con Federlegno?
Le differenze e le complementarietà tra i due sistemi sono ovvie. Si tratta di una sfida e di un’opportunità per entrambi, ma anche di potenzialità. La Cina sta entrando lentamente nel ciclo dell’acquisto di beni di lusso. Ad esempio, lo show delle navi a Shanghai, lì alcune aziende italiane hanno mostrato al mondo i loro brand più famosi. D’altronde per ampliare il nostro mercato è importante anche aiutare le aziende italiane a offrire al mercato cinese prodotti a prezzi ragionevoli, in modo da creare una situazione win-win.