Rassegna stampa

Nautica è ora fattore di crescita

Roma, 16 ott. – (di Carlo E.Bazzani) – Il Salone di Genova e la nautica italiana si confermano leader nel mondo. Successo economico e politico. Battuti i record della precedente edizione: oltre 324 mila presenze e un giro d’affari stimato da UCINA in 1 miliardo di euro (35% del valore della produzione annua italiana); aperta la collaborazione con la Cina; sottoscritto con il Governo un “patto per la crescita” – la nautica è fenomeno sociale e non più solo di elite – e “per l’ambiente”: barche sempre più ecocompatibili, come le auto. È quanto emerge da un primo bilancio del 46 esimo Salone internazionale della Nautica svoltosi a Genova dal 7 ottobre scorso e conclusosi ieri. Insomma un’edizione straordinariamente brillante che ha segnato una svolta strategica per la leadership internazionale della manifestazione, forte dei suoi 1.650 espositori (+7% sul 2005), di cui il 36% esteri, e delle 2.200 barche esposte (+9%), di cui 430 in acqua. Oltre il 60% delle barche esposte apparteneva alla fascia dei natanti mentre 76 erano navi da diporto tra i 24 e i 43 metri. Anton Francesco Albertoni, dal maggio scorso presidente dell’UCINA, l’associazione confindustriale delle imprese del settore che, unitamente a Fiera di Genova spa, organizza da sempre il Salone nautico, e’ comprensibilmente molto soddisfatto dei risultati economici e politici di questa 46 esima edizione, sul piano generale e su quello personale (è stato il suo battesimo del fuoco come presidente Ucina). “Il successo di pubblico, in particolare straniero, e del giro d’affari – dice Albertoni all’AGI – hanno premiato la grande scommessa che gli espositori hanno fatto su Genova anche accettando gli oneri relativi ai nuovi grandi spazi espositivi che il nuovo marina, frutto della collaborazione lungimirante tra pubblico e privato, ha offerto loro. Il Salone di Genova e l’imprenditoria italiana del settore sono divenuti così il numero 1 nel mondo per offerta globale di settore. E non a caso, tra l’altro, abbiamo registrato la visita accurata al Salone di una delegazione cinese, con la quale abbiamo aperto una linea di dialogo e collaborazione sul piano della normativa e della tecnologia produttiva. Non è che, come per altri settori, anche la nautica arriverà tardi? La Cina, attualmente, non rappresenta ancora un mercato di interesse per la nautica in quanto ha una legislazione molto chiusa alla navigazione privata, ma e’ fermamente intenzionata ad aprirsi con investimenti di ampia portata in tempi molto brevi che, per i cinesi, significano mesi, non anni. Noi stiamo monitorando già da tempo e, ora lo faremo sempre più da vicino, le enormi potenzialità di un mercato di un miliardo e 300 milioni di persone, e sono sicuro che quando queste si esprimeranno la nautica italiana, forte del primato mondiale, sarà già presente e non in ritardo come recentemente hanno purtroppo scoperto altri comparti produttivi. Al Salone sono venuti molti personaggi dello spettacolo, dello sport e, soprattutto politici: dal vice premier D’Alema, al commissario europeo Joe Borg, dai ministri Bianchi, Pecoraro Scanio, De Castro e De Piccoli, al segretario CGIL Epifani, ai ‘parlamentari amici del mare e della nautica’, Cutrufo, Maroni, Castelli, Pasetto… pieno successo anche sul piano politico? Certamente e voglio ringraziare pubblicamente tutti: abbiamo riscontrato una comune buona disponibilità verso la nautica, settore produttivo positivo per il Paese sotto il profilo economico, ma anche sociale. E a tal proposito ringrazio in particolare il vice premier Massimo D’Alema per aver accolto la nostra proposta di “patto per la crescita” e per aver ufficialmente e pubblicamente completato lo ‘sdoganamento politico’ della nautica, rimuovendo definitivamente la vecchia stereotipata immagine di fenomeno esclusivamente di elite. Un’immagine che già i precedenti Governi avevano cominciato a demolire e che, del resto, non corrisponde più alla realtà come testimonia lo stesso Salone con il 65% delle barche in mostra al di sotto dei 10 metri. La nautica ha dimostrato negli ultimi anni di poter giocare un ruolo strategico nell’economia del nostro Paese, soprattutto per la capacità di creare indotto e l’interessamento della politica nazionale a questo Salone ce lo ha dimostrato. Il nostro impegno è già da ora quello di concretizzare queste disponibilità in un vero “Patto per la crescita”. Un patto, riconosciuto anche dal leader della CGIL, Epifani che ha dato atto alla nautica, testualmente, “di essere un importante settore di imprenditori illuminati che investe in tecnologie e ricerca e che ha saputo svilupparsi ottenendo buoni risultati in termini di PIL e di occupazione”. In concreto cosa chiedete alla politica? Occorre sviluppare infrastrutture e servizi ad hoc per la piccola nautica, ovvero, scivoli a mare, porticcioli a secco, in un sistema integrato di approdi; inoltre servono normative chiare, snelle, agevolanti e non punitive, anche fiscalmente – penso ad un’IVA agevolata per i porti come per le strutture turistiche – per la diffusione della cultura del mare e del turismo nautico, e a questo proposito confidiamo nel Ministro Rutelli al quale abbiamo chiesto un incontro, attraverso una migliore fruizione delle aree marine protette e la facilitazione di società di servizi come la locazione e il noleggio dei natanti. Da sistemare anche il registro per i grandi yacht perchè è davvero sciocco, dopo averli costruiti, non agevolarne l’immatricolazione e la permanenza nel nostro Paese. Abbiamo riscontrato disponibilità rassicuranti da parte di tutti, in primis dal vice ministro competente, De Piccoli, anche a partire dalla legge finanziaria in elaborazione, specie per quanto riguarda il rapporto nautica-ambiente. Avete fatto la pace anche con gli ambientalisti? Noi non abbiamo mai fatto la guerra, anzi la nautica lavora con l’ambiente e, dunque, non può non farsi carico della sua salvaguardia: chi ha la barca vuol navigare e fare il bagno in un mare pulito. Comunque c’e’ un nuovo clima e non può che farci piacere: il ministro Pecoraro Scanio ha annunciato che aprirà un ‘tavolo di lavoro’ per una revisione della legge quadro sulle aree marine protette e Ucina sarà presente e impegnata direttamente con tutta la sua esperienza. Tra l’altro opereremo per cambiare l’ottica di valutazione ambientale delle barche: non più secondo la lunghezza, ma in relazione alle caratteristiche tecniche di ecocompatibilità. L’industria nautica ha saputo evolversi ed oggi, grazie alle nuove tecnologie, le nostre barche possono essere misurabili rispetto all’ambiente, come avviene, nè più, nè meno, per le automobili con le varie direttive europee. Inoltre abbiamo sottoscritto con il presidente di “Lega ambiente” Roberto Della Seta, un accordo che è un vero e proprio ‘patto nautica-ambiente’ per lo sviluppo ecocompatibile del settore. Un passo importante, speriamo il primo di molti altri per una collaborazione sempre più ampia tra questi due mondi. Tutte luci e nessuna ombra? Qual è il settore che tira di più? A parte il boom del settore dei grandi yacht, si conferma in buona salute quello delle barche medio grandi, mentre quello delle piccole unità tiene ma non cresce. È un segmento sul quale puntiamo molto per lo sviluppo globale del comparto anche perchè è legato alla crescita sociale della cultura del mare, ovvero avvicinare sempre più nuovi utenti al mare. Incrementeremo i progetti di sviluppo in tal senso, a cominciare dalla campagna “navigar m’è dolce” che si è consolidata sul territorio nazionale con centinaia di eventi volti a dare, specie ai giovani fin dall’età scolare – sollecitiamo l’attenzione del ministro della P.I. Fioroni – la possibilità di provare l’emozione dell’andar per mare. (AGI)

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