
Montezemolo in campo per placare Modena: ‘Entrerete nel cda Fiere’
BOLOGNA – «E’ mia intenzione affrontare il problema nel prossimo consiglio d’amministrazione, per individuare le modalità attraverso cui assicurarci per il futuro la presenza di un rappresentante di Modena all’interno del gruppo BolognaFiere».
Con questa dichiarazione al nostro giornale, Luca di Montezemolo , presidente di BolognaFiere, avvia il percorso di ricucitura del brutto strappo che si è verificato la scorsa settimana in sede di rinnovo del consiglio d’amministrazione dell’ente fieristico.
L’esclusione di Vittorio Fini , presidente dell’Assindustria modenese, dal cda di BolognaFiere è stata una frattura profonda e ha rischiato di provocare una serie di contraccolpi negativi per il gruppo fieristico bolognese, impegnato in una complessa e difficile operazione di crescita su un mercato dove la concorrenza è oggi fortissima.
Dopo la risentita lettera di Fini a Montezemolo, la sfuriata del sindaco della Ghirlandina Giorgio Pighi e soprattutto le dichiarazioni al Carlino dell’amministratore delegato della Popolare dell’Emilia-Romagna Guido Leoni («Se è stato un errore – ha detto gelido Leoni – vi si ponga rimedio facendo dimettere qualcuno nel nuovo cda per fare posto al rappresentante di Modena, altrimenti potremmo vendere la nostra quota di azioni»), nel fine settimana si è sicuramente avviata una fase nuova che prelude a una soluzione positiva della vicenda, anche se, dalle parole di Montezemolo par di capire che non sia proprio dietro l’angolo.
Nella dichiarazione al Carlino, Montezemolo afferma di essere rimasto «sorpreso e dispiaciuto dall’esclusione di un rappresentante di Modena dal nuovo consiglio di amministrazione di BolognaFiere. Modena ha avuto un ruolo importante – ha continuato Montezemolo – nel recente aumento di capitale ed ha reso possibile una maggior presenza del nostro gruppo sul territorio. Modena ha sempre partecipato in modo costruttivo alla vita della società, contribuendo positivamente, in misura importante, in occasioni delicate quali quelle che si sono determinate a proposito di Cersaie e di Eima. Peraltro, i legami sono resi ancora più solidi dal controllo che BolognaFiere esercita nella società Modena Esposizioni, attualmente impegnata a definire un progetto di crescita per il futuro».
Anche il vicepresidente vicario di BolognaFiere, Luigi Marino , ha confermato, in un intervento, il disappunto dei vertici della società per la ‘sorpresa’ dell’esclusione di Fini.
«Io non me lo aspettavo – ha detto Marino – non avevo alcun sentore che le cose sarebbero andate così, altrimenti mi sarei mosso in modo diverso. In ogni caso, si tratta di un fatto di una certa gravità, al quale ora bisogna cercare di porre rimedio».
La dichiarazione di Montezemolo va in questa direzione e ora si attende una risposta, auspicabilmente più distesa, dal fronte modenese.
Ma sia Fini che Leoni ieri pomeriggio erano impegnati nel consiglio d’amministrazione della Popolare dell’Emilia-Romagna e non hanno trovato il tempo per commentare le aperture di Montezemolo.
Per stemperare il clima di conflittualità si stanno tentando strade diverse, anche attraverso il coinvolgimento della Regione e del presidente Vasco Errani , al quale Fini nei giorni scorsi si era appellato, chiedendo un incontro prima possibile. Nella lettera Fini ricordava di essere entrato nel consiglio di BolognaFiere «perchè condividevo ampiamente di lavorare a un progetto che favorisse lo sviluppo a rete del sistema fieristico e tendesse in questo modo a consolidare i rapporti tra Bologna e Modena. Tutto questo in una logica di superamento della dimensione provinciale e di potenziamento del territorio nel suo complesso. Solo pochi giorni fa – continuava il numero uno degli industriali modenesi – ricordavo ai nostri associati l’urgente necessità di allargare gli orizzonti, integrando le imprese con i servizi, le fiere, gli aeroporti, gli snodi intermodali, le banche. Ma a una condizione vincolante: che le regole siano uguali per tutti e vengano rispettate».