
Montezemolo: “Con Rimini per sbarcare in Oriente”
Bologna, 28 novembre 2007- Bologna e Rimini insieme per sbarcare in Oriente, dove si sta trasferendo il cuore dell’economia mondiale. E’ da qui che dovrebbe partire, secondo il presidente di Confindustria e dell’expo di via Michelino, Luca Cordero di Montezemolo, il progetto di alleanza tra le fiere delle due citta’ emiliane, i cui vertici sono impegnati in queste settimane in un confronto serrato per arrivare a definire i vantaggi di eventuali collaborazioni. Montezemolo avrebbe sottolineato in piu’ occasioni i vantaggi offerti da una sinergia sui mercati esteri, in particolare quelli dell’Asia, cosi’ come evidenziati dallo studio messo a disposizione dalla societa’ di consulenza Bain & Company. Perche’, come scrivono gli advisor, il mercato fieristico nazionale e’ ormai arrivato ad un punto di saturazione, “con un eccesso di offerta e domanda stagnante”. I soldi, quelli veri, si fanno, semmai, in Asia. Difficile, invece, crescere in Italia, in uno scenario dove la competizione interna si fa sempre piu’ accanita, con duplicazioni delle manifestazioni e fenomeni di vero e proprio “cannibalismo”. Per altro, lo studio stesso mette in evidenza come anche in caso di integrazione fra le due fiere, i ricavi rimarrebbero praticamente invariati: lo studio li fissa in 204,1 milioni, ovvero la somma di quanto incassato da Bologna e Rimini nel 2006 (rispettivamente 118,6 e 85,6). Dei benefici arriverebbero, piuttosto, da economie di scala, anche nel rapporto con i fornitori, che farebbero risparmiare alle due societa’ dai 10 ai 13,8 milioni in tre anni. Le sinergie agirebbero sui costi diretti (44,3 milioni complessivi) per il 5-7%, su quelli indiretti (48,2 milioni per i due expo) del 10-15%. Le voci piu’ consistenti riguarderebbero i costi di struttura (telefono, consulenze, assicurazioni, vigilanza, pulizie), ridotti dai 3,5 ai 5,8 milioni, e quelli per il personale, per 3,3-3,8 milioni, che inizierebbero a farsi sentire dal terzo anno di collaborazione in poi (un risultato del genere, spiegano gli addetti ai lavori, senza licenziare si puo’ ottenere solo bloccando il turn over). Un’alleanza, in un’ottica di mercato interno, che risponde ad una “strategia difensiva”, ma servirebbe a fare massa critica per abbordare i mercati esteri, in particolare quelli dei paesi emergenti (Cina, India) dove in futuro si trasferiranno risorse e manifestazioni. E’ li che Bologna e Rimini dovrebbero andare insieme. Per altro, l’ipotesi era emersa gia’ a settembre, quando si parlava di “focalizzare sin da ora l’attenzione anche a possibili collaborazioni di natura commerciale rivolte ai mercati internazionali”. Un tema che il patron della Ferrari riterrebbe importante. Lo studio di Bain & Company, per altro, prevede proprio “un aumento dei ricavi per lo sviluppo diretto di attivita’ fieristiche nei paesi emergenti”. E’ piu’ vago, invece, sulla struttura finanziaria delle due societa’. Se, per esempio, per Bologna ha a disposizione anche le previsioni di chiusura del bilancio 2007, di Rimini non conosce il budget dell’anno in corso e si limita ad analizzare i conti dal 2004 al 2006. Nessun accenno, poi, agli aspetti patrimoniali, che in un’eventuale progetto di fusione sono invece assai rilevanti. I motivi per giustificare un’alleanza, secondo l’advisor, sono di carattere strategico (“creazione di un polo aggregante; allargamento delle specializzazioni e del portafoglio prodotti; opportunita’ di investimento nel mercato estero”), industriale (“nessuna sovrapposizione delle manifestazioni; sinergie su ricavi limitate, ma piu’ consistenti sui costi; incremento del potere contrattuale nei confronti dei fornitori; razionalizzazioni degli investimenti”), finanziario(“miglioramento delle condizioni di finanziamento, massa critica per ricerca di partnership o per quotazione in Borsa”). Infine, lo studio evidenza tre diverse possibilita’ di collaborazione, da un semplice accordo commerciale, ad una joint venture (con la creazione di una societa’ terza che gestisce quartieri ed eventi), fino alla creazione di unica societa’ fieristica.