Rassegna stampa

Milano si allea con Hannover sui nuovi mercati

Gli italiani conoscono la strada per la Cina. Il punto è che dai tempi di Marco Polo hanno perso qualche colpo. Tant’è che anche il fiore all’occhiello del Made in Italy da esportazione, rappresentato da Fiera Milano, si è trovato a dover fare i conti con il rischio di perdere occasioni. La contromossa è arrivata in questi giorni, e si concretizzerà entro il 15 novembre 2006, con l’approvazione da parte dei rispettivi Cda della lettera di intenti che sancisce un’alleanza strategica tra FieraMilano e la Deutsche Messe Ag, la Fiera di Hannover, che si mettono d’accordo su una jointventure che guarda ad Oriente, e non solo. Il patto tra le più grandi sedi fieristiche del mondo mira infatti alla collaborazione nell’organizzare eventi nei paesi ad alto tasso di sviluppo del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina). Hannover, in particolare, si impegna a conferire l’intero pacchetto delle sue già avviate attività cinesi nella nuova joint venture. Si tratta di ben 11 fiere specializzate e già ben avviate, suddivise tra due società controllate al 100% dai tedeschi, e suddivise tra Shangai e Hong Kong. Dal canto suo FieraMilano pagherà a Deutsche Messe AG 12,2 milioni di euro alla firma dell’accordo, e altri 4 milioni in 5 rate fino al 2010. Quest’ultima operazione è però legata ai risultati effettivamente raggiunti nel quinquennio (un utile ante imposte previsto di 4,8 milioni). Altrimenti si ricalcolerà la rata in base ai nuovi consultivi, in favore di Fiera Milano. Con questa operazione, in pratica, gli italiani acquistano un importante “pacchetto tempo”, come ricorda lo stesso amministratore delegato di Fiera Milano Piergiacomo Ferrari: “Abbiamo il knowhow nel settore, e tutte le carte in regola per poter sbarcare con competenza in Cina. Per farlo con efficacia avremmo bisogno però di una decina d’anni, un lusso che proprio non ci vogliamo permettere. Abbiamo perseguito quindi la strada più veloce. Quella dell’aggregazione – afferma Ferrari – In passato abbiamo fatto poca internazionalizzazione, e c’è chi in questo campo è indubbiamente più avanti di noi. Hannover, in particolare, è in Cina già da 13 anni”. D’altro canto i tedeschi sono particolarmente interessati alle eccellenze che i poli espositivi milanesi hanno raggiunto in decenni di impegno, in particolare per le manifestazioni sui prodotti di largo consumo, dal settore casa agli alimentari, fino ai mercati sempre più sensibili e strategici dell’ambiente e della sicurezza, in cui Milano ha sviluppato una competenza ai massimi livelli mondiali. “In Cina sono poi particolarmente interessati al mercato del turismo, dove noi possiamo vantare la Bit, e delle attrezzature per l’ospitalità alberghiera, che copriamo con Host. Senza dimenticare alcune eccellenze nella meccanica – racconta Ferrari – Le nostre Fiere hanno caratteristiche in gran parte complementari, e anche questo è stato un elemento essenziale per mettere a punto un’alleanza strategica così importante”. Il primo passo dell’accordo sarà la gestione delle attività attraverso due Master Company, una italiana ed una tedesca, controllate rispettivamente al 51% da Milano e da Hannover. Le attività previste in Russia e in Brasile faranno capo alla società italiana, quelle in Cina e in India alla tedesca. Così Fiera Milano avrà molto da dire in Oriente con le fiere già presenti, nel settore dei metalli, delle tecnologie d’automazione e della logistica, dell’IT, dell’energia e delle attrezzature agricole, oltre a vari livelli di infrastruttura. Ma il business si dovrà necessariamente focalizzare verso l’espansione, sia sviluppando i contatti già avviati da Milano, sia con nuove acquisizioni: “Tra i nostri passi c’è senz’altro anche la valutazione dell’acquisto di nuove manifestazioni fieristiche. E’ invece esplicitamente escluso qualsiasi investimento immobiliare. La visione strategica complessiva è chiara: nei prossimi anni l’Europa non sarà più l’unico continente ad attrarre visitatori nelle sue fiere, come avviene da oltre 80 anni. Quindi era importante non mettersi fuori mercato e guardare sempre più all’internazionalizzazione del nostro business”. E’ la prima grande sfida da affrontare, a quasi un anno dalla partenza operativa del grande polo di RhoPero, e a 4 dal collocamento a Piazza Affari. Il Salone del Mobile ha registrato +16% di operatori (+22% stranieri), ma sono cresciute anche le altre, dal +25% di visitatori per Micam al + 15% per Macef. Con l’obiettivo, centrato, di occupare il 50% dello spazio espositivo con proprie mostre.

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