Rassegna stampa

Milano, Roth al polo della salute

Il presidente di Fondazione Fiera, Luigi Roth, sarà lo “sviluppatore” della Cittadella della Salute di Milano. A confermarlo è il presidente della Regione, Roberto Formigoni. Il mandato di Roth in Fondazione Fiera scade a fine giugno. Così «gli ho chiesto la disponibilità a svolgere un compito di straordinaria importanza: realizzare la Cittadella della salute», il nuovo polo sanitario pubblico che sorgerà nell’area dell’attuale ospedale Sacco e raggrupperà anche le nuove sedi dell’Istituto dei Tumori e del Besta.
I tre ospedali, insieme alla Regione, costituiranno un consorzio guidato appunto da Roth per realizzare l’opera entro il 2015. Investimento complessivo: 520 milioni di euro (15 per l’acquisto delle aree, 385 per la Cittadella, 20,8 per le infrastrutture viarie, 100 per le apparecchiature). Il Pirellone agirà anche da stazione appaltante e s’impegna a finanziare l’opera con 228,7 milioni, 40 milioni sono a carico dello Stato, i rimanenti del concessionario o provenienti da fondazioni.
«Sono molto orgoglioso di questo incarico che Formigoni mi ha proposto e lo ringrazio», ha commentato Roth. «Dopo aver realizzato il più importante Polo espositivo europeo sarà mio compito, concluso il mandato in Fondazione Fiera, presiedere il Consorzio per la costruzione della Cittadella della Salute». A questo punto, dunque, «è bene che Roth sia lasciato fuori da polemiche e illazioni sulle prossime nomine di Fiera Milano», ha chiosato Formigoni. In effetti il nome del manager cattolico è circolato come possibile nuovo presidente della Spa, i cui vertici scadono a metà aprile. Ma al netto delle assicurazioni del Pirellone – «non spetta al presidente della Regione indicare le nomine ma all’ente autonomo Fondazione» – la nuova collocazione di Roth in realtà è la prima casella di un risiko che comincia a figurarsi. Il congresso del Pdl, dove si perfezionerà verosimilmente l’accordo, comincia così con una certezza. Roth non sarà della partita. Alcuni veti, non ultimo quello di Silvio Berlusconi, avrebbero convinto Formigoni a dirottarlo su un altro incarico di peso.
Lo schema politico su cui i maggiorenti di Fiera stanno lavorando potrebbe quindi prevedere alla presidenza dell’operativa, con deleghe importanti, un manager di alto profilo gradito a Berlusconi, l’identikit è quello di un Mario Resca o un Sergio Dompè, lasciando la casella di a.d. all’attuale direttore generale Enrico Pazzali, vicino ad An ma in buoni rapporti con Formigoni. Mentre l’amministratore delegato uscente, Claudio Artusi, potrebbe accasarsi in Anas o in Citylife, il consorzio che sta sviluppando l’area della vecchia Fiera.
In alternativa, potrebbe uscire uno schema a incrocio con la società Expo 2015. Alla presidenza di Fiera Spa arriverebbe in questo caso Diana Bracco, attualmente alla guida di SoGe, affiancata da un a.d. forte, con Pazzali che resterebbe dg. Questa ipotesi permetterebbe a Lucio Stanca, in SoGe, di ricoprire il doppio ruolo di presidente e a.d., liberando la poltrona per un esponente in quota An, oltre al leghista Leonardo Carioni. In entrambe le ipotesi, sembrano indebolirsi le chanche di Michele Perini di restare al vertice di Fiera Spa. Mentre Formigoni e la componente ciellina del Pdl, pur non indicando i vertici, continueranno a controllare la società che gestirà il nuovo mega centro congressi, e poi Fiera Milano International. Ma soprattutto, Formigoni in questo schema incassa un credito politico. Il suo obbiettivo, in autunno, è farsi nominare commissario Ue. E il placet di Berlusconi, ovviamente, sarà decisivo.

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