Rassegna stampa

Milano può competere con tutti

«Sarà un contenitore moderno per un nuovo modo di fare medicina, vedrete…».
Prima di traslocare al formigoniano Polo della Salute che accorperà alla Bovisa l’ospedale Sacco, l’Istituto dei tumori e il Besta, Luigi Roth ha un ultimo desiderio, narciso il giusto: stilare il consuntivo di nove anni alla guida della Fondazione Fiera Milano in cui il manager cattolico dai tanti incarichi e un passato importante all’Iri, ha fatto con successo quel che dovrà rifare (in facsimile) alla Bovisa: costruire a Rho-Pero il nuovo polo esterno.
«È stata una grande avventura», abbozza sornione Roth. «Oltre ai padiglioni, completati in 30 mesi, abbiamo riqualificato un’area vasta sulla dorsale Nord Ovest di Milano. E l’abbiamo infrastrutturata (ferrovia, AV, svincoli e MM). Un approccio complessivo al territorio, un gioco di squadra ben oltre la mera infrastruttura fieristica».
Un’avventura che lei ha voluto celebrare in un libro: le tappe più importanti, il calo dell’indebitamento sul patrimonio netto, la riqualificazione del quartiere storico in città giù giù fino alle spine dell’Expo 2015…
Se hai un progetto vero il sistema ti segue, questo è il mio bilancio dopo due mandati. Ma devi metterci la faccia, sempre.
Anche la Fiera, però, dietro al successo del Polo esterno ha vissuto alcune criticità. La scelta iniziale di mantenere la doppia gamba espositiva, imposta dai commercianti, si è mostrata alla lunga insostenibile. Costringendo alla dismissione quasi integrale di quel che rimaneva del vecchio quartiere per dare ossigeno alla Spa operativa che paga l’affitto.
In realtà la spiegazione della dismissione in due tempi è molto più terra terra. La storia del Portello è recente. Aveva senso che alcune manifestazioni rimanessero qui per un po’. Il Portello ha funzionato da cerniera. E poi nel 2011 nascerà il centro congressi più grande d’Europa.
Chissà cosa pensa Luigi Zunino. Il sindaco Albertini, nel 2005, firmò una convenzione perchè il centro congressi si facesse a Santa Giulia…
Già oggi si fanno grandi congressi in Fiera Milano. C’è una società del gruppo dedicata. Mi spiace, ma non abbiamo rubato nessuna funzione.
Come giudica la salute del sistema fieristico europeo? È un comparto maturo, c’è un forte surplus di offerta.
Le fiere si faranno sempre. La fisicità è importante specie per un tessuto di Pmi diffuso come il nostro. Fiera Milano ha le competenze e soprattutto un quartiere eccellente per competere coi grandi attori globali.
Anche sul tortuoso cammino verso Expo la fiera rivendica un ruolo. Non solo perché è proprietaria dei terreni su cui sorgeranno i padiglioni. Nell’ingegnerizzazione del sito, ad esempio…
Potrebbe farla la nostra controllata Sviluppo Sistema fiera, è vero. Ha già costruito il Polo esterno. Per ora non ci hanno interpellato…
Si dice che potrebbe fondersi con la formigoniana Infrastrutture lombarde…
Dovete chiedere al mio successore. Se poi volete un consiglio, sarebbe una buona soluzione.
E la destinazione delle aree Expo? Sul punto è buio pesto.
Nel dossier di candidatura c’è un accordo sul comodato d’uso e il cambio di destinazione post evento. Ora sento che la società Expo 2015 vorrebbe fare diversamente. Anche qui, se ne occuperà il mio successore.
Il berlusconiano Giampiero Cantoni?
Così si dice in giro…
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