
Milano, mediazione sul Portello
Marco Alfieri
Marco Morino
MILANO
A Milano cresce il tono del dibattito sulla collocazione del futuro centro congressi che dovrebbe proiettare la metropoli lombarda ai vertici del circuito congressuale europeo. Fa discutere in particolare il progetto della Fiera di Milano per realizzare nelle strutture espositive del Portello un maxicentro congressuale da 10.500 posti (che, in abbinata con i 5.500 posti dell’attuale centro congressi della Fiera, porterà l’offerta complessiva a 16mila posti), fondamentale per riqualificare il vecchio quartiere visto che le due gambe espositive sono finanziariamente insostenibili.
Il progetto Fiera si affianca a quello del gruppo Zunino, che prevede la realizzazione di un centro congressi a Santa Giulia (Milano Rogoredo). Per il Comune di Milano, sulla carta non cambia nulla. «Ribadisco che la presenza del centro congressi resta confermato presso il quartiere Santa Giulia», abbozza l’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli. In pratica, però, la partita è appena cominciata. «Vorrei precisare due fatti», continua Masseroli: «Il primo riconosce la necessità di dotare la città di un centro di dimensione doppia a quella prevista nella ipotesi progettuale presentata dal gruppo Zunino (32mila metri quadri), richiedendone pertanto una revisione progettuale. Il secondo registra la volontà di Fiera di ospitare all’interno della Stecca del Portello questa funzione pubblica. Proposta innegabilmente compatibile ai processi di trasformazione urbana già in atto nelle aree Portello e CityLife. A fronte di quanto emerso, quindi, verrà aperto un tavolo di lavoro con i tre principali attori coinvolti (comune, Risanamento, Fiera Milano) per definire una linea d’azione concordata e condivisa. Entrambe le ipotesi – conclude Masseroli – saranno valutate guardando all’interesse generale della città».
Fuori dell’ufficialità, insomma, tutto sta tornando in gioco. Anzi si profila un vero braccio di ferro, con Zunino determinato a far valere la convenzione stipulata con palazzo Marino nel marzo 2005, o al limite disposto a rinunciarvi ma in cambio di congrue contropartite (maggiori volumetrie su Santa Giulia). Basta sentire cosa dice, interpellato dal Sole 24 Ore, il presidente di Fondazione Fiera Milano, Luigi Roth: «A Milano di progetti per dotare la città di un maxipolo congressuale ce ne può essere uno solo. Noi non siamo in contrapposizione con nessuno, ma cerchiamo un dialogo costruttivo e concertato con le istituzioni». Poi Roth puntualizza: «Crediamo che il progetto della Fiera per il centro congressi al Portello rappresenti una grande opportunità. Per due ragioni. Primo: offriremo un grande servizio alla città, perché la doteremo di una struttura all’avanguardia, tra le più moderne e avanzate d’Europa. Una struttura – continua Roth – che, in prospettiva Expo, potrebbe risultare determinante. Secondo: il centro congressi è un volano per lo sviluppo della Fiera. Non si tratta solo di realizzare un centro congressi, ma di sfruttare anche gli spazi collegati per creare un sistema congressuale di prim’ordine». Roth snocciola alcune cifre: il maxicentro da 10.500 posti costerà 40 milioni e l’investimento «sarà ragionevolmente coperto dalla Fondazione Fiera Milano».
L’intera struttura sarà dotata di fibra ottica, impianti tecnici rivoluzionari, ascensori, scale mobili, tapis roulant, cucine, bar e ristoranti. L’obiettivo è ambizioso: trasformarlo nel centro congressi più moderno e più grande d’Europa. «Sul piano dell’offerta espositiva – conclude Roth – pensiamo che il nuovo polo di Rho-Pero sia sufficiente. Logico quindi destinare gli spazi cittadini ad altre funzioni, compatibili con la nostra mission».