Rassegna stampa

Milano in missione negli Emirati

Marika Gervasio

ABU DHABI. Dal nostro inviato

Una quota di importazioni dall’Italia cresciuta a un tasso annuo del 30% negli ultimi due anni e una quota del 3,5% (assieme al Libano) sul totale mondiale dei consumi dei prodotti di lusso, pari a quella di Cina e Russia, che in otto-dieci anni dovrebbe salire al 5 per cento. Gli Emirati Arabi sono un mercato in pieno sviluppo economico e, soprattutto, con un’attenzione crescente al made in Italy. E la Camera di commercio di Milano risponde inaugurando ad Abu Dhabi un ufficio commerciale al quale si appoggerà anche Fiera Milano, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di aziende italiane e attività di internazionalizzazione nell’area del Golfo. L’inaugurazione dell’ufficio ha coinciso con l’apertura della settimana della moda di Abu Dhabi, in programma da ieri fino al 18 marzo, organizzata con la collaborazione della Camera nazionale della moda italiana.

«Secondo le stime del Fmi – afferma Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali – il Pil delle sei monarchie del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar) è più che raddoppiato negli ultimi quattro anni, passando dai 350 miliardi di dollari nel 2002 ai 791 miliardi nel 2007. Un dato che non può essere sottovalutato. Gli Emirati e l’intera area del Mediterraneo rappresentano in modo sempre più evidente un’opportunità di sviluppo per le imprese italiane. Anche per questo spero che pure gli Emirati partecipino alla prossima conferenza annuale del Laboratorio Euro-Mediterraneo a fine giugno».

Un’opportunità che già diverse aziende stanno cogliendo. Sono circa ottanta infatti le aziende italiane presenti sul territorio con proprie filiali. Solo per fare qualche esempio, Armani ha siglato un accordo da un miliardo di dollari con Emaar, la più grande azienda locale di real estate, per la costruzione di sette hotel di lusso e tre resort, mentre per fine anno dovrebbe aprire a Dubai il secondo Palazzo Versace al mondo, dopo quello australiano. Il gruppo Mariella Burani ha invece siglato un accordo con Damas per la gioielleria, il settore più importante per l’export italiano verso il Golfo. La Ferrari, che negli Emirati ha ottenuto una crescita del 60% nel 2007, ha da poco annunciato il raggiungimento di un accordo con Etihad Airways, la compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti, che entra a far parte degli sponsor ufficiali della Scuderia Ferrari Marlboro. Grazie al boom dell’edilizia, c’è una richiesta sempre maggiore anche nel settore del design e aziende come Selva, B&B Italia e Boffi sono già molto conosciute. Ancora, il gruppo Salini si è aggiudicato nel 2006 una gara per la realizzazione della rete stradale urbana di Dubai per un valore di 140 milioni di euro. Mentre Infrastrutture lombarde, società della Regione Lombardia, presieduta da Giovanni Bozzetti, guarda con molto interesse ad alcune operazioni dall’espansione dell’aereoporto di Abu Dhabi (6,8 miliardi di dollari), alla costruzione della metropolitana leggera di Dubai, fino alla ferrovia del Golfo, che collegherà Kuwait City allo Yemen. Un mercato strategico anche per Fiera Milano.

«Essere presenti su un territorio così interessante – spiega il suo presidente Michele Perini – è fondamentale. Inoltre stabilire relazioni con questo Paese darà al nostro Paese una visibilità maggiore in vista dell’assegnazione dell’Expo 2015». Gli Emirati inoltre «sono uno snodo strategico di scambi commerciali e finanziari tra Oriente e Occidente – aggiunge Claudio Artusi, amministratore delegato di Fiera Milano – e uno dei mercati più dinamici e promettenti anche perché stanno crescendo come realtà fieristiche».

marika.gervasio@ilsole24ore.com

I NUMERI



30%

L’export

Tasso di crescita annuo delle esportazioni italiane negli Emirati Arabi.

3,5%

I consumi

La quota sui consumi globali di prodotti di lusso di Emirati Arabi e Libano. È pari a quella di Russia e Cina. In otto – dieci anni dovrebbe salire al 5 per cento.

80

Le aziende italiane

Il numero di imprese italiane già presenti negli Emirati con loro sedi: in costante aumento il numero di progetti di espansione delle aziende in questi Paesi.

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