Rassegna stampa

MiArt, italiani sugli scudi

Milano capitale del mercato italiano dell’arte, dove si concentra l’80% del volume d’affari e con il maggior numero di gallerie e collezionisti. Così l’amministratore delegato di Fiera Milano, Enrico Pazzali, ha presentato giovedì 25 marzo MiArt 2010, che ospita opere per un valore di 100 milioni.
Con 141 gallerie presenti (33 new entry), una in meno rispetto allo scorso anno, e 866 artisti, di cui 475 italiani, ha aperto i battenti con un buon afflusso di pubblico, 7mila nella prima serata, presenti il sindaco Letizia Moratti e il giocatore del Milan Andrea Pirlo. Non ci sono tanti operatori esteri, ma questo fa parte della strategia di consolidamento già effettuata per l’Italia, con l’arrivo o il rientro delle grandi gallerie italiane. E il focus è proprio sulla creatività italiana dal Futurismo agli artisti di oggi riconosciuti all’estero come Roberto Cuoghi e Pietro Roccasalva. Dall’anno prossimo la strategia punta anche sull’estero, forti del nucleo italiano.
In questa 15ª edizione si nota una notevole discrepanza tra la parte del moderno curata da Donatella Volontè e quella del contemporaneo seguita da Giacinto Di Pietrantonio. La parte moderna a piano terra è caratterizzata da una certa discontinuità che accosta gallerie storiche di notevole credibilità a gallerie di profilo mediocre. Tra le gallerie più interessanti Tonelli con pezzi di Alviani degli anni 1960 e 1970 (dai 40 ai 60mila euro) e un Tancredi a 300mila euro; Poleschi con un bel Clemente del 1981 a 95mila; Mazzoleni con dei Burri da 550 a 400mila, un Savinio del 1929 da 1,3 milioni («Le voyage au bout du Monde»); Tornabuoni con una bella Mappa di Boetti; Farsetti con un bel Severini, «La ballerina al Tabarin, 1913, per un milione di euro e di Robert Indiana un «Four» del 1965 da 190mila e una grande scultura in ferro di Melotti «I pendoli» 1968 (uno di sei) per 110mila. Tra le opere su carta segnaliamo un’opera di Fabio Mauri del 1963 da 8mila euro e di Lo Savio un filtro del 1962 da 50mila da Gariboldi.
Più coerente la parte del contemporaneo, al secondo piano, che per la prima volta vede presenti molte storiche gallerie tra cui Guenzani, De Carlo, Marconi, Massimo Minini, Galleria Suzy Shammah, e più giovani come Fabio Tiboni di Bologna, T293 di Napoli, Room Galleria di Milano anche se spicca l’assenza di Lia Rumma e Raffaella Cortese e tra i più giovani, di Zero (presenti l’anno scorso). Gli stand come lo scorso anno hanno un costo di 200 euro al mq. Tra le cose da segnalare lo stand monotematico di Francesco Pantaleone (Palermo) con opere di Flavio Favelli che vanno dai 4.000 ai 24.000 euro. In Arco a Torino con dei Pessoli d’annata con prezzi dai 1.500 ai 14mila – peraltro anche da Guenzani le sue opere su carta quotano 6.500 euro – e una splendida carta di Arienti a 30mila euro. Da Marconi interesanti i lavori del tedesco Markus Schinwald con prezzi dagli 8.500 ai 18 mila e Ryan Trecartin. Per chi vuole cominciare dai superemergenti con prezzi davvero abbordabili Room Galleria ha una buona scuderia tra cui Igor Muroni, sound artist, con prezzi a partire di 400 euro e il videoartista Ryan Trecartin.
Da segnalare l’assegnazione del premio Acacia a Nico Vascellari. E, infine, grazie al rinnovato impegno dell’Associazione Amici di MiArt, anche quest’anno il Fondo Acquisti ha a disposizione 200mila euro per comprare opere. Lo scorso anno furono 18 le opere acquistate dal Fondo, 40mila i visitatori e un volume d’affari di 8 milioni di euro.
Giovanna Amadasi
Marilena Pirrelli
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LONDRA CENERENTOLA

Sheffield dal Barbican al Distretto culturale di Hong Kong

– Se Graham Sheffield, chief executive del Barbican di Londra, lascia per assumere dal prossimo agosto la direzione artistica del West Kowloon Cultural District di Hong Kong, che vale 2,8 miliardi di dollari, significa che il sistema dell’arte pende proprio verso Oriente. Sheffield da oltre 30 anni nella comunità dell’arte, dal 1995 è al Barbican e dagli ultimi 15 anni in qualità di direttore artistico, è responsabile del budget di 12 milioni di sterline, con un fatturato di £ 34 milioni. Il Barbican Centre, diretto da Nicholas Kenyon, con 1,2 milioni di biglietti staccati, riceve finanziamenti per 19,5 milioni di sterline dalla City of London Corporation e raccoglie altri 14,56 milioni dalle attività proprie. (Ma.Pi.)

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