
Messina, rivoluzione in vista alla Fiera Stop al commissario e un nuovo cda
L’ordine del giorno è stato proposto da un gruppo scarno della maggioranza, ma a votarlo in aula sono stati tutti i consiglieri presenti di maggioranza e opposizione al comune di Messina. Uniti contro il commissario dell’Ente Fiera, Urania Giulia Papatheu. L’ultima goccia che ha scatenato le ire dei consiglieri messinesi è stata l’organizzazione della manifestazione sull’artigianato siciliano Casa Sicilia, organizzata dall’Ente Fiera di Messina con fondi dell’assessorato regionale alla cooperazione, ma realizzata a Catania, città natale della commissaria. Che proprio in quel di Villa L’Olmo, sede della sette giorni fieristica, assieme al sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, la scorsa settimana ha incardinato una serie di contatti per realizzare con l’amministrazione comunale, impegnata nella creazione di un proprio ente fiera, collaborazioni e partnership. L’ennesimo segnale, secondo politici e sindacalisti messinesi, delle volontà di spostare definitivamente le attività dell’ente Fiera di Messina dalla città dello Stretto. A confermare le convinzioni di politici e sindacati c’è anche la risposta secca e diretta riservata alla commissaria dal nuovo assessore regionale alla cooperazione, Carmelo Lo Monte che, tirato in ballo sullo spostamento a Catania della kermesse Casa Sicilia, ha precisato come i fondi fossero destinati ad una manifestazione programmata a Messina come si rileva anche dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’elenco delle manifestazioni fieristiche e che solo il 25 ottobre in assessorato è stata depositata la richiesta di trasferimento, peraltro non accordata. Una precisazione che suona addirittura come avvertimento riguardo l’intenzione più volte rimarcata da Lo Monte di riconsiderare le nomine commissariali negli enti fieristici siciliani, Stapino Greco a Palermo e appunto la Papatheu a Messina. Che pure è forte di una proroga di incarico, firmata poco prima del rimpasto dall’ex assessore Michele Cimino, che la conferma nella guida dell’ente messinese fino al settembre del 2005. La commissaria però non aveva fatto i conti con i consiglieri comunali di Messina che dopo polemiche incrociate, alcune più accese come quella del capogruppo dell’Udc a palazzo Zanca, Carmelo Santalco, sfociata anche in denunce, hanno preso posizione. L’ordine del giorno votato all’unanimità è addirittura sprezzante perché il consiglio comunale di Messina non solo chiede la fine della stagione del commissariamento e la celere nomina di un nuovo consiglio d’amministrazione all’Ente Fiera di Messina, ma indica all’assessore Lo Monte anche un’altra strada: in attesa dei tempi tecnici per l’indicazione del nuovo cda, la nomina a un nuovo commissario ad acta che avvii le procedure per la trasformazione in spa dell’ente Fiera. I consiglieri messinesi, in questo senso però, dimenticano che i decreti di proroga firmati alla Papatheu presentavano proprio un vizio di forma quando veniva affidato l’incarico della trasformazione in società per azione perché la Regione non ha ancora recepito la legge 7 che obbliga alla privatizzazione degli enti fieristici. A calcare la mano in questo frangente arrivano anche le dichiarazioni del segretario provinciale della Cisl di Messina, Maurizio Bernava: ´Dopo due anni di lacerazioni’, dichiara, ´è giusto che sia il consiglio comunale a esprimersi sul commissariamento dell’ente fiera. È venuto il momento di rompere ogni indugio per la rimozione del commissario’.