
«Meglio fare la Fiera nuova»
Gli scritti ufficiali non ci sono ancora. Le decisioni vere sono lontanissime, anche perché non spettano a loro. Ma il presidente e i consiglieri che compongono il cda dell’Immobiliare Fiera le idee le hanno chiare: per il futuro di Vicenza è meglio puntare decisi sulla nuova sede a Vicenza est, nei campi di S. Pietro Intrigogna. È questa la conclusione cui sta giungendo il cda della società – di proprietà di Comune, Provincia e Camera di commercio – che ha analizzato la corposa relazione finale della società milanese “Sviluppo sistema Fiera”. Lo conferma il presidente Gildo Vescovi: «Stiamo preparando una sintesi del lavoro della società milanese, con i progetti e l’analisi economico-finanziaria, per presentarla ai tre enti proprietari». Ma l’Immobiliare ha maturato una sua posizione? «Come cda ci siamo già espressi – risponde Vescovi – e la nostra convinzione è che la migliore soluzione sia quella di costruire una Fiera nuova». Come suo solito, Vescovi non vuole aggiungere molto di più. Ma non smentisce l’ormai nota voce secondo cui i milanesi parlano di una differenza di 30 milioni di euro tra l’ipotesi “ristrutturazione Fiera attuale” e quella “nuova Fiera a est” (anzi, i bene informati assicurano che la differenza è di 27-28 milioni). TvA Vicenza poi ieri sera riferiva che di questi 90 milioni necessari per fare la Fiera a est ben 50 sarebbero coperti con mutui della stessa Immobiliare. E se si tiene conto che una stima di massima indica in 22-23 milioni di euro il valore della Fiera attuale (da vendere?), alla fine lo sforzo economico da chiedere ai tre enti pubblici potrebbe anche essere abbordabile. Ma gli altrettanto bene informati ribattono che in tutti questi calcoli bisogna vedere se è stata valutata anche la spesa da affrontare a livello di viabilità. Insomma, le questioni sono ancora molte. Intanto però i tre enti pubblici e l’Ente Fiera del neo-presidente Valentino Ziche hanno dato un incarico immediato all’Immobiliare: realizzare un nuovo padiglione provvisorio nell’area a nord della Fiera, dando 5 mila metri quadri in più alle fiere orafe per rispondere alle liste d’attesa degli espositori. «Chiaro che lo realizzeremo – risponde Vescovi – perché questa è l’indicazione della proprietà. Certo che ci sono questioni da valutare». Quali? Per esempio il fatto che se si decide di bocciare l’ipotesi Vicenza est e di realizzare la ristrutturazione-ampliamento della Fiera per quell’area lì ci sono altre indicazioni. In più c’è da attendere il sì definitivo di Venezia alla variante per cambiare la viabilità e legare l’area nord alla Fiera attuale, ma su questo l’assessore comunale Maurizio Franzina assicura che proprio in questi giorni sta partendo un sollecito alla Regione perché sia dato l’ok definitivo. In ogni caso, si sono detti Vescovi e il cda dell’Immobiliare, un’alternativa per il nuovo padiglione potrebbe essere l’area Baggio, che è stata già abbandonata dalla ditta di trasporti e che sarà in mano alla Fiera a fine maggio. Per questa zona si era ipotizzato un parcheggio, ma è anche vero che il nuovo piano ‘piruea’ di Ponte Alto prevede – lo conferma da parte sua l’assessore Franzina – un parcheggio da 500 posti realizzato dai privati, più altri 300 posti per i quali l’Aim ha già i soldi stanziati da tempo. Tra l’altro per quanto provvisorio sia un nuovo padiglione ha bisogno di un investimento di 2-3 milioni di euro, cifra rilevante che può anche imporre il ricorso a gare d’appalto europee. Tutte questioni da risolvere. Ma da risolvere in fretta. «Il padiglione va fatto comunque – precisa Vescovi – perchè in ogni caso la scelta sul futuro della Fiera, che sia ristrutturazione o nuova sede, implica 4-5 anni». «Il problema per noi enti – dice la presidente della Provincia, Manuela Dal Lago – è che non vogliamo perdere tempo. Se si continua a discutere si continua a far solo parole: i tre enti hanno dato un input preciso ed è quello di realizzare il padiglione in pochi mesi». «Si è sempre indicata l’area nord, perché direttamente collegata ai padiglioni della Fiera attuale e perché l’ipotesi era che l’area Baggio fosse destinata ad area di cantiere. Comunque sia – commenta il presidente dell’ente camerale Dino Menarin – ascolteremo eventuali osservazioni che spettano a chi ha avuto la responsabiltià delle sclete tecnico-operative, mentre a noi enti spetta la strategia. E la strategia è tracciata: realizzare un’idonea struttura espositiva, ‘leggera’, al più presto».