
«Mediterraneating, giro da 2 milioni»
C’è il rischio che nelle periferie di Napoli possa scoppiare una rivolta come a Parigi? I tifosi devono togliere lo striscione contro Carraro? Un po’ incerto, intimidito dalle telecamere che lo inquadrano e dallo sguardo dei molti curiosi, il giovane pizzaiolo prende in mano la formella e comincia a modellarla per farla diventare una pizza margherita: è il suo lavoro, lo fa tutti i giorni, ma in Giappone. Ora, a sottomettersi al giudizio dei napoletani, che la pizza l’hanno inventata ed esportata in tutto il mondo, prova un po’ di timore. Ma il risultato dell’esperimento non lascia delusi i degustatori. La performance dei pizzaioli provenienti dal Paese del Sol Levante è stata uno dei momenti clou della terza giornata di Mediterraneating, il salone fieristico “b2b” dedicato alla filiera dell’agroalimentare e rivolto agli operatori del settore, ospitato nei padiglioni della Mostra d’Oltremare. Scopo della kermesse, che è giunta alla seconda edizione, è la promozione dei prodotti agricoli italiani e mediterranei nel mondo: obiettivo che sembra centrato, visto il successo riscosso tra gli operatori italiani e stranieri. È soddisfatto Massimo Lucidi, ideatore e patron di Mediterraneating: «Le aziende che espongono qui hanno rafforzato in questi giorni i contatti con la Francia, con il Giappone, con l’America del Nord – spiega – grazie al sostegno del Ministero delle Politiche agricole e dell’Erpva, l’ente regionale per la valorizzazione delle aziende artigiane, che ha portato una delegazione di buyers. La sfida è lanciata, a Napoli si può fare un evento di respiro internazionale, perché abbiamo aziende di qualità e perché Napoli piace come vetrina per i prodotti italiani e mediterranei ». È calcolato in circa 2 milioni di euro il giro d’affari che, complessivamente, muoverà l’edizione 2005 di Mediterraneating, che ha coinvolto Paesi come la Spagna e l’Egitto. E per l’anno prossimo si punta più in alto: l’augurio è che tutti i Paesi del bacino mediterraneo siano presenti alla Mostra con un proprio stand. A farla da protagonisti sono stati, tuttavia, i sapori nostrani: paste e formaggi provenienti da tutte le regioni d’Italia, olii e vini, frutta e ortaggi, dolci e cioccolata, preparati secondo le ricette tradizionali o degustati con accostamenti originali. Ieri è stata anche la giornata di Pia Berlucchi, amministratore delegato della celebre azienda produttrice di spumanti, che, giunta a Napoli per presentare un premio letterario dedicato a donne e vino, non ha voluto mancare alla kermesse. Oggi, giornata in cui Mediterraneating si apre al pubblico, sarà la volta dei cuochi: ce ne saranno tanti in fiera, e saranno per tutta la giornata a contatto con il consumatore finale, anche per vedere in che modo questi recepisce le novità di mercato. «È vero – riprende Lucidi, che è anche amministratore unico della società di consulenza Soluzioni srl – la concorrenza di paesi extraeuropei si fa sempre più dura: ma da imprenditore dico che questo non può che stimolare l’iniziativa e spingere all’innovazione e all’innalzamento della qualità. Bisogna sempre avere lo sguardo fisso sulle esigenze del cliente, e in questo settore significa anche attenzione al modo migliore di presentare e far degustare un prodotto ». Contrariamente a quanto pensano in molti, anche i giovani «chiedono e riconoscono la qualità», spiega Lucidi: ecco dunque un’altra fascia di mercato da conquistare. Certo, i ragazzi preferiscono un pasto veloce, fuori casa. Ma i fast food all’americana, pur rimanendo una moda, non esauriscono le preferenze gastronomiche di gran parte dei teen-agers, che amano riscoprire i sapori tradizionali e, soprattutto, mangiare sano. (Dal quotidiano Roma del 20 novembre 2005)