
Mastrobuono: «Mi dimetto»
Terremoto ai vertici di BolognaFiere Spa. L’amministratore delegato, Luigi Mastrobuono, è dimissionario. Il dirigente ha comunicato la sua intenzione al presidente Montezemolo e al consiglio d’amministrazione all’inizio della scorsa settimana. E, mentre per la sua nomina furono messe in campo procedure di scelta complesse, articolate e sofferte, sembra che per la sua sostituzione i giochi siano già fatti e addirittura quest’oggi il successore, Michele Porcelli, in arrivo da Assolombarda, Milano, verrebbe presentato ai soci. Le ragioni delle dimissioni di Mastrobuono non sono ancora note, anche se, a quanto pare, sono state motivate con ragioni familiari. Anche sulla destinazione del manager, una volta rientrato a Roma, non ci sono informazioni sicure. C’è chi dice che Montezemolo abbia in serbo per lui un incarico in Confindustria e chi, memore del coté politico di Mastrobuono, lo darebbe nella squadra di Piero Marrazzo a contendere la regione Lazio a Francesco Storace. Mastrobuono, oggi cinquantenne, era stato nominato amministratore delegato di Bognafiere Spa nel febbraio del 2003 e quindi il suo incarico è durato poco meno di due anni. Il suo arrivo, in viale della Fiera, non era stato tra i più semplici. Nel rush finale la sua nomina, uscita al termine di un braccio di ferro fra i soci privati e con il presidente Luca di Montezemolo che premeva sui tempi, risultò travagliata. Tanto che a un certo punto sembrava essere uscito di scena: stimato, ma penalizzato dalle valutazioni professionali rispetto ai concorrenti. La Euroresearch di Torino, società di «cacciatori di teste» incaricata di selezionare i candidati, indicò una griglia dove Mastrobuono era al quinto posto. Ma negli ambienti romani il suo nome era dato per favorito e anche a Bologna i circoli ulivisti, dove era ben conosciuto per la militanza nel governo Dini (era stato sottosegretario al ministero dell’Industria), lo davano per sicuro. Il 23 dicembre del 2003 i soci privati della Fiera si sedettero intorno a un tavolo, rigirarono tra le mani i curricula dei candidati, ripassarono al microscopio le possibili scelte, fra grandi sospiri e riflessioni. Uscì il candidato De Berardinis, grande esperienza nel mondo cooperativo, si consolidò l’ipotesi Mastrobuono. E alla fine la spuntò lui, anche sul candidato preferito dagli ambienti di Assindustria, Alessandro Campanini. L’uscita di Mastrobuono pone però ora alcuni delicati problemi nella governance della società. Presidente e consiglio d’amministrazione sono vicini alla scadenza naturale del mandato, prevista per il prossimo giugno. E il nuovo amministratore delegato, per quanto valido, avrebbe ben poco tempo per condurre a termine le complesse azioni di rilancio e ristrutturazione della fiera. Sembra però che ci sia la possibilità di prorogare di un anno la vita di questo consiglio e che sia stata presa in seria considerazione. Con un altro anno davanti il lavoro del consiglio, del nuovo amministratore delegato e del presidente dovrebbero portare a compimento la complessa opera organizzativa legata al passaggio da ente a società privata. L’allungamento della vita del consiglio lascerebbe anche più tempo per una scelta estremamente delicata, ovvero quella del successore di Montezemolo. Anche se in questo modo si metterebbe fuori gioco un potenziale presidente di rilievo, il bolognese Duccio Campagnoli, autore della legge regionale di privatizzazioni, dato in uscita dall’esperienza politica di viale Aldo Moro e che molti vedrebbero bene al vertice di una società per ora piuttosto riottosa nei confronti dei progetti di alleanza-fusione con altre realtà fieristiche regionali caldeggiati invece dalla Regione.