
Massimiliano Del Barba
«Siamo finalmente usciti dal tunnel della crisi e penso che il tessile italiano abbia da ora grande spazio e possibilità per tornare a crescere nel mondo. Ma per attirare e mantenere una clientela internazionale sempre più attenta alla qualità, alla specializzazione e all’assortimento di gamma è necessario che le piccole e medie aziende guidate da un management culturalmente aperto all’innovazione imbocchino la strada dello sviluppo dimensionale e del controllo totale sulla filiera produttiva». Pier Luigi Loro Piana, presidente di MilanoUnica e rappresentante con il fratello Sergio della sesta generazione imprenditoriale alla guida dell’omonima azienda, punta il dito contro il nanismo del sistema manifatturiero nazionale – «che rallenta la competitività del made in Italy nel mondo» – e contro chi ha fatto della delocalizzazione il principale strumento di business, dimenticandosi quanto il know how interno possa ancora giocare un ruolo fondamentale.
Presidente, in molti pensano che l’unica alternativa alla frammentarietà del sistema industriale italiano sia quella delle aggregazioni fra imprese. Comprese quelle tessili.
La microproduzione è ormai antieconomica, ma lo strumento aggregativo può dimostrarsi un’arma a doppio taglio. È utile quando si deve fare sistema per aumentare la propria proposta commerciale all’estero ma, per quanto riguarda il comparto tessile, il rischio è quello di veder diminuire l’assortimento dell’offerta. Se tre aziende si fondono, c’è infatti la possibilità che le proposte innovative diminuiscano. Ma se il successo del made in Italy sta proprio nell’alta gamma di proposte, è solo la crescita dimensionale, e non le fusioni o le aggregazioni, a poter garantire la competitività.
Lo scorso anno, la flessione media annua del fatturato generato dal Tessile-Moda ha superato il 15% e la compressione dei prezzi non sembra essersi arrestata.
La crisi ha colpito tutti. Ci ha spezzato le ossa e in parecchi non si sono più rialzati. Ora, però, siamo più ottimisti e pronti ad affrontare la ripresa. In Italia esistono ancora molti soggetti e proposte valide, e lo dimostra il fatto che chiunque nel mondo, quando vuole vedere e comprare innovazione, specializzazione e gamma, viene da noi, perché nel nostro paese si produce ancora, e dove c’è manufactoring si generano idee e proposte.
La svalutazione del dollaro viene in vostro aiuto.
Vedremo tra sei mesi, quando i listini verranno riaggiornati ai livelli di cambio attuali. A partire dal 2011, se il dollaro si manterrà ai valori odierni, ne vedremo i benefici. Dopo una situazione paradossale durata quattro anni, sarà un’occasione da saper sfruttare aumentando la produttività e gli investimenti commerciali.
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