
“Manifesto” per l’economia futura
CESENA – Un ruolo più spiccatamente direzionale e di servizio per Cesena all’interno del comparto agroindustriale europeo, anche attraverso la creazione di un sistema fieristico unitario romagnolo. Valorizzazione della nuova vocazione del territorio locale legata al benessere, nel solco di Technogym, coniugando questo elemento con l’offerta turistica. Integrazione dell’Università nel tessuto imprenditoriale.Sono tre dei punti al centro di una sorta di “manifesto dello sviluppo” abbozzato dalla Giunta Conti, per aprire un ragionamento sulla “Cesena del 2010”. L’occasione è stata offerta dalla preparazione della seconda edizione di “Cesena città che cammina”. La precedente iniziativa fece molto discutere: le opposizioni la definirono una smaccata autocelebrazione, molto costosa e senza un rapporto dialettico in grado di evidenziare anche le ombre presenti nel territorio cesenate. Ora sembra che l’amministrazione voglia correggere il tiro. Dal 29 settembre al 2 ottobre piazza Almerici tornerà a riempirsi con gli stand per illustrare le cose realizzate e i progetti per il futuro. Si punta però ad allargare lo sguardo, confrontandosi anche con le esperienze di altre città e soprattutto si darà grande spazio a momenti di discussione e laboratori per analizzare singole tematiche e mettere a punto le strategie dell’era post-Conti.Le sfide economiche occupano una posizione privilegiata nella delibera con cui la Giunta ha approvato il progetto di “Cesena città che cammina” (che costerà 80 mila euro, tra cui 70 mila coperti da sponsorizzazioni). Oltre ai cenni già fatti su rilancio dell’agroindustria e delle fiere, connubio wellness-turismo e legame Università-imprese, si propone una ricetta generale per evitare “il rischio di entrare in una fase di declino del nostro sistema produttivo”. Si tratta di ripensare il modello di sviluppo locale, rendendolo “più qualificato, basato su scuola e Università, sulla capacità delle imprese di essere più dinamiche e innovative e su una domanda di beni e servizi evoluta ed esigente”. Anche perché – si fa notare – il processo di terziarizzazione è accelerato in modo incredibile con la crescita della scolarizzazione e ormai il fabbisogno di operai è soddisfatto quasi esclusivamente dall’immigrazione straniera. Ora viene il difficile: tradurre questo articolato ragionamento in decisioni, passando dall’astratto al concreto. gpc