
Le Fiere ritrovano la crescita
Torna il “mercante in fiera”: nel primo trimestre dell’anno tornano a frequentare i padiglioni espositivi specializzati più espositori e visitatori. E anche la superficie venduta rivede il segno positivo.
Secondo i dati di Cfi, il Comitato fiere industria, agenzia di Confindustria, nel primo trimestre del 2011 il numero degli espositori e dei visitatori professionali è cresciuto tra il 5 il 6%, e le aree espositive del 3%.
«Toccato il fondo – osserva Gian Domenico Auricchio, presidente di Cfi – è iniziata l’inversione di tendenza. Questo è confortante ma al di là della media generale ci sono ancora settori merceologici la cui risalita è ancora lenta e incerta».
In Italia ogni anno si svolgono un migliaio di manifestazioni con 20 milioni di operatori e affari per 20 miliardi. Grandi numeri per un grande sistema produttivo: infatti il 50% del l’export tricolore trae origine dalle manifestazioni espositive, anche se nel calendario italiano ci sono decine di eventi fotocopia.
Cfi ha 61 eventi specializzati in calendario, con soci organizzatori del calibro di Anci, Federalimentare, Eicma, Federlegno arredo, Veronafiere, Pitti Immagine, Ucina, Reed Exhibition, Unipro e tanti altri.
Il biennio nero 2009/10 è stato una débàcle per il business fieristico. Rispetto al già negativo 2009, nel 2010 gli espositori italiani sono scivolati del 3,4% a 31.176 e quelli esteri del 4,8% a circa 12mila; i metri quadri venduti del -5,3% a 2,1 milioni. Unica eccezione, i visitatori, sia italiani che stranieri: sono balzati del 3,6% a 3,14 milioni.
Termometro del malessere è forse il grande polo di Fiera Milano, dove le specializzate internazionali hanno un peso rilevantissimo: dal 2008 al 2010 ha perso 300mila mq di superficie venduta e circa 2.500 espositori. Con tagli netti per Bimu che ha perso il 40% dei mq, Macef autunno-primavera il 10-20%, Bit oltre 10%, Milano prét-à-porter il 30%, Expocomfort il 20%, Mido il 15%. Hanno tenuto invece il Salone del Mobile, Eicma moto, Micam, Tuttofood. Fiera Milano però prevede di passare da 1,5 milioni di mq venduti a 2 milioni nel 2012, di cui 250mila all’estero. A Verona ha tenuto bene il Vinitaly, a Parma il Cibus mentre il Salone della nautica di Genova è stato penalizzato dalla brusca frenata del settore.
Secondo Cfi è significativa anche la ripresa del tessile, particolarmente colpito dalla globalizzazione. «A Milano Unica, all’ultima tre giorni milanese del tessuto e accessorio – sottolinea Auricchio – ho notato confortanti segnali di ripresa: è stata visitata da oltre 20mila clienti, il 2% in più rispetto all’edizione precedente. Ma soprattutto le presenze complessive dei buyer esteri hanno fatto segnare un +12%».
La crisi economica – secondo Cfi – ha accentuato il ruolo guida delle fiere specializzate per le nostre imprese: favoriscono il presidio del mercato e assicurano lo sviluppo della loro internazionalizzazione e la promozione del made in Italy.
Secondo Ettore Riello, presidente di Aefi, l’Associazione delle fiere italiane, il rilancio sarebbe più veloce ed efficace se si coinvolgessero le associazioni dei produttori. «L’appello di Riello – conferma Auricchio – mi sembra talmente centrato sulle sinergie che sprigionerebbe che abbiamo già aperto dei tavoli con Aefi per individuare i comparti».
L’imprenditore alimentare è in linea con Riello anche sulla necessità di riaprire il tavolo ministeriale sulla concertazione del calendario fieristico. «Siamo stati in prima linea – ricorda Auricchio – nel chiedere all’allora ministro Scajola la costituzione del tavolo e lo siamo stati anche con il vice ministro Urso, coordinatore del tavolo stesso». E ora? «La scorsa settimana – aggiunge il presidente del Cfi – siamo stati al ministero per capire cosa sarà di questo tavolo che doveva essere la cabina di regia del sistema fieristico italiano. Eventi fotocopia non sono nell’interesse di nessuno: dissanguono gli organizzatori, danneggiano gli espositori e ingenerano confusione nei buyer». Ma che senso ha cercare un tavolo senza il consenso del colosso Fiera Milano, sulle cui manifestazioni Cfi pesa per il 53% sui mq e per il 59% sugli espositori? «Ci sarebbe una soluzione alternativa», ma Auricchio, per ora, non specifica quale.
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