Rassegna stampa

Le Fiere resistono alla crisi

Torna il mercante in fiera anche se il 2010 è stato un anno in chiaroscuro per le fiere italiane: per gran parte di loro i ricavi non crescono ma la redditività è in miglioramento. Il prezzo pagato è però alto: l’Aefi, l’associazione di categoria, rileva che le società fieristiche hanno investito risorse significative per superare la recessione che, comunque, ha imposto mutamenti strutturali: la riduzione del ciclo di vita delle rassegne e del numero di giorni di manifestazione, un ruolo di primo piano per i grandi organizzatori, sempre più internazionali.
Il 2011 si annuncia migliore non solo grazie alle sforbiciate dei costi operativi, ma anche per le prospettive dell’economia. «Chiuderamo il 2010 – osserva Michele Perini, presidente di Fiera Milano – con un lieve miglioramento del conto economico, intorno al livello di equilibrio. Ma per questo abbiamo ridotto i costi operativi del 16%, siamo contenti anche se non facciamo salti di gioia». Perini non nasconde il rammarico per la cassa integrazione in deroga di un anno scattata per 85 addetti di Fiera Milano. Intermonte stima che quest’anno Fiera Milano chiuda con un pareggio di bilancio e una crescita del Mol di circa un milione. E nel 2011? Il presidente di Fiera Milano è fiducioso, anche per i segnali di risveglio: per il Macef, il salone per la casa, che si svolge dal prossimo 27 gennaio, sono stati venduti oltre 100mila mq ma ci sarebbero buone risposte anche per la Bit (Borsa del turismo), il salone del mobile e per le biennali Tuttofood e Host (salone dell’ospitalità).
Il management ambrosiano è molto determinato a far valere il ruolo internazionale di Milano. Per esempio, è subita partita la partnership con Expo 2015 con l’obiettivo dichiarato di fare di Tuttofood (antagonista del Cibus di Parma, big mondiale dell’agroalimentare) la più importante fiera mondiale dell’alimentare. E in attesa del 2015, Fiera Milano ha appena acquisito il 75% dell’operatore brasiliano Cipa. «Ma anche in Russia – dice sornione Perini (che in ottobre è stato a Mosca, ndr) – siamo sulla buona strada».
Nel 2010 migliora anche la redditività di BolognaFiere anche se nel biennio 2009/2008 la società felsinea ha visto scendere i ricavi di 28 milioni mentre il giro d’affari di quest’anno verrà comunicato solo in seguito. Sulla fiera di Bologna, Bruno Filetti, suo principale azionista e presidente della CdC emiliana, ritiene «necessaria una riflessione complessiva e strategica» partendo da un esame sulla governance per cercare «l’assetto migliore per il futuro».
Un 2010 positivo per Veronafiere che aumenta il fatturato di circa il 10% e conferma la redditività, mentre Rimini Fiere passa da una perdita di 0,6 milioni a un utile di 1,7 milioni. Record storico di redditività invece per Fiere di Parma che chiude il 2010 con 30 milioni di ricavi e un Mol di 6, il 20% dei ricavi. «Per il 2011 – anticipa l’ad Antonio Cellie – stimiamo di realizzare ricavi per 20 milioni(non ci sarà la biennale Cibus ndr), un Mol di 4 e un utile pre-tax in equilibrio».
In lieve erosione invece i ricavi della fiera genovese, soprattutto per la crisi della nautica. Nel capoluogo ligure si tiene infatti il salone leader al mondo. «Nel 2011 – interviene il presidente Paolo Lombardi – avvieremo un paio di nuove iniziative e realizzeremo 18 manifestazioni». A Genova si terrà inoltre Euroflora, evento quinquennale al quale parteciperanno, per la prima volta in forma collettiva, i distretti floricoli siciliani.
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