
“Le Fiere? Meglio con Colonia”
Serve un amministratore delegato di livello internazionale, magari da rubare a qualche Centro congressuale ben avviato in Europa. La gestione dovrà essere in maggioranza pubblica, soprattutto nei primi anni, il triennio 2005-2008, quando si attendono conti in rosso anche per la necessità di attivare una politica dei prezzi e di benefit che sia competitiva sul mercato. Questa, secondo l´assessore al Turismo Elda Tessore, la cornice entro la quale dovrà inserirsi il nuovo Centro Congressi del Lingotto che Regione, Comune, Camera di Commercio (la Provincia ha promesso di entrare) hanno acquistato. «Ritengo importante – ha detto ieri nella sede dell´Unione industriale dove ha tracciato un quadro generale sul settore turistico a Torino – che si parta a maggioranza pubblica. I privati entreranno, associati e singoli, in che quota è ancora tutto da stabilire». Previsioni sui tempi? L´inizio del prossimo anno. Strettamente legato al destino del Centro Congressi è il futuro dell´ente fiere. Sulla gestione attuale di Alfredo Cazzola Elda Tessore concorda con quanti hanno espresso un giudizio negativo: «Non sono arrivati i risultati che attendevamo». Anche in questo caso, Regione e Comune potrebbero rilevare la proprietà immobiliare. Due gli scenari possibili sul partner che affiancherebbe Torino, da un lato il polo milanese di Rho, dall´altro un socio di livello internazionale come Colonia, con il quale sono iniziate da tempo le trattative. «Io credo più a questa seconda ipotesi, sia per le caratteristiche che la rendono in qualche modo più vicina allo spirito torinese, sia perché la preoccupazione per la concorrenza milanese potrebbe spingere i tedeschi a cercare un alleato», ha spiegato l´assessore comunale. Sulla duplice questione, ente fiere e centro Congressi, interviene Giuseppe De Maria nel doppio ruolo di presidente dell´Ascom e vicepresidente della Camera di Commercio. «Difficile parlare adesso di ingresso di privati. Non abbiamo pregiudiziali sulla maggioranza pubblica o privata. Fondamentale però che la società di gestione abbia caratteristiche di livello internazionale e non diventi teatro dei giochi dei partiti. Se l´assessore Tessore a nome della Città sta percorrendo questa prima strada tutto bene. In caso contrario non posso non esprimere la preoccupazione della Camera di Commercio. Prima di parlare di nomi di privati, singoli o associati, è comunque necessario conoscere il piano industriale». Il sistema fieristico-congressuale, prosegue De Maria, non può prescindere dal sistema dei trasporti e dalla questione Malpensa. «Trovo corretto aprire più tavoli, non scelgo a priori Milano o Colonia. Anche in questo caso è però necessario sedersi a questi tavoli non con il cappello in mano lasciando che siano gli altri a decidere. È invece opportuno che sia Torino a mettere sul piatto della bilancia le sue potenzialità, la sua ambizione di puntare su una migliore qualità della vita». Ma ancora una volta, conclude il presidente dell´Ascom, che non sia la politica a dettare la linea. Nel quadro complessivo dei grandi progetti che cambieranno il volto di Torino ieri la società del Gruppo Zunino ha perfezionato la cessione dell´ ex area Fiat Avio alla Regione Piemonte per 51 milioni e 450 mila euro. L´operazione ha preso il via nell´ottobre 2003 quando la Regione Piemonte ha firmato un protocollo d´intesa per la realizzazione del progetto per la Città della Salute. A carico di Ipi saranno le opere di bonifica e demolizione dell´area, circa 7 milioni di euro.