Rassegna stampa

Le Fiere italiane volano in alto

Fatturato pari a circa 600 milioni di euro, raddoppiato negli ultimi cinque anni; incremento del numero di visitatori; sensibile ampliamento e riqualificazione degli spazi espositivi: elementi che consentono il consolidamento della posizione del sistema fieristico italiano rispetto ai maggiori competitors europei, facendo così registrare un bilancio positivo che, in uno scenario economico caratterizzato da elementi di difficoltà, spicca ancora di più. L’evoluzione che sta interessando questo particolare settore è stata al centro del dibattito che ha animato la sessione plenaria della Riunione delle 27 Camere di Commercio Italiane all’Estero dell’Area Europa. Gli esiti del Seminario, organizzato dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con Assocamerestero, hanno messo in luce una diagnosi molto positiva del comparto fieristico: il sistema delle fiere gode infatti di ottima salute, come testimoniano alcune cifre indicative dei significativi progressi realizzati in particolare nei quartieri fieristici di Milano, Bologna, Verona e Rimini, che occupano una posizione di rilevanza internazionale. Vale come esempio tra gli altri proprio la Fiera di Milano, che, con quasi 350 mila metri quadri di area espositiva, si colloca al secondo posto in Europa dopo il polo di Hannover ed insidia, con quasi 5,4 milioni di visitatori, il primato europeo di 6 milioni fatto registrare nel 2004 da Paris Expo. Le posizioni si invertono e Milano guida addirittura la classifica europea stilata sulla base della superficie espositiva affittata. Accanto a quella del capoluogo lombardo brillano anche altre “stelle” che possono vantare il raggiungimento di obiettivi ambiziosi: si tratta di Genova, Verona, Bologna, Rimini e di Roma. Poli fieristici, questi, che hanno conosciuto grandi ampliamenti realizzati attraverso progetti firmati da architetti di fama internazionale grazie ai quali è stato rivoluzionato e riqualificato lo spazio espositivo. Ma se il settore fieristico ha raggiunto così significativi risultati, la ragione va ricercata anche negli interventi normativi di riordino di questo importante comparto economico. Sono stati modificati, infatti, ruoli e competenze dei soggetti coinvolti a diverso titolo nel settore ma, soprattutto, si è proceduto alle trasformazioni in società di capitali degli Enti fieristici, messi finalmente in condizione di operare con un’autonomia adeguata alla sfida del mercato. Perché questa sfida sia vinta in via definitiva occorre però un ulteriore sforzo, volto alla promozione all’estero dei poli espositivi nazionali. Le cifre fornite da un’indagine del Censis marcano un deficit di presenze di espositori stranieri nei quartieri fieristici italiani. Per avere un’idea del gap esistente è sufficiente considerare che Francoforte fa registrare un 62% di espositori stranieri, mentre Milano può vantare soltanto il 21,6%, ben al di sotto della media europea che si colloca intorno al 30%. Dall’analisi dell’attuale assetto del sistema delle fiere, cui il Seminario che si è svolto ha fornito importanti spunti di riflessione, emerge dunque in tutta evidenza la necessità di dare maggiore impulso all’internazionalizzazione del comparto fieristico attraverso l’innovazione dell’offerta, che si traduce poi in progetti ed azioni di sostegno allo sviluppo del sistema promosse da enti e istituzioni operanti a livello centrale ma anche regionale e locale. In questa prospettiva, le stesse Camere di Commercio Italiane all’Estero sono investite di un ruolo decisivo, proprio in quanto costituiscono una rete di conoscenze e di esperienze che possono essere messe a frutto per garantire al settore fieristico italiano la possibilità di raggiungere i livelli di internazionalizzazione dei maggiori competitors europei. * Rappresentante Camere di Commercio Italiane dell’Area Europa

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