Rassegna stampa

Le fiere giocano la carta Expo

Paolo Tomassone

BOLOGNA

Può diventare un’opportunità da prendere al volo per dare slancio a tutto il sistema fieristico regionale, se solo si troveranno – da qui al 2015 – le strategie giuste per collaborare con la Regione Lombardia. L’assegnazione dell’Esposizione universale 2015 alla città di Milano che avrà come tema "Nutrire il Pianeta, energia per la vita" sicuramente porterà benefici non solo economici al polo milanese (con il quale gareggiano da anni le fiere di Bologna, Rimini e Parma), ma non sarà determinante per la competizione internazionale alla quale partecipano i maggiori distretti fieristici italiani. Così mentre il top manager di Rimini e Bologna è impegnato nella definizione di un progetto comune per un’eventuale aggregazione futura o comunque per intensificare le collaborazioni e preferisce non commentare, la Fiera di Parma, dopo aver sottoscritto un accordo con Milano per promuovere insieme manifestazioni sul tema alimentare, saluta con entusiasmo l’arrivo dell’Expo in Italia.

«Sicuramente ci sarà una ricaduta molto positiva. Tutti dobbiamo essere felici per questo segnale dato al nostro Paese. Il target dell’alimentazione scelto dalla Fiera di Milano – commenta da Parma il presidente Franco Boni – crediamo possa agevolare una stretta collaborazione, così come dalle intese che avevano siglato in tempi non sospetti il nostro sindaco con il primo cittadino di Milano, e possa aprire ulteriori spazi di buona collaborazione visto il know-how che noi abbiamo in questo settore».

Non preoccupano i vantaggi che la Fiera di Milano, viste le risorse che verranno messe a disposizione da qui al 2015, potrà acquisire rispetto alle concorrenti fiere. «È molto meglio avere una grande e bella torta da condividere – continua Boni – piuttosto che azzannarci per qualche piccolo osso che cade dal tavolo. Milano, con questa opportunità, trovare un giusto posizionamento per il suo grande comprensorio fieristico ed essendo così ben legittimata a rappresentare tutto il nostro Paese e tutti i suoi prodotti, ritengo ne beneficeranno tutti i territori confinanti».

Dello stesso parere è l’assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Duccio Campagnoli. «Mi auguro che possa diventare un’ottima occasione di collaborazione tra i distretti – dichiara – e con Milano. È un’opportunità straordinaria da cogliere al volo, se si sapranno sviluppare collaborazioni con la Regione Lombardia, con la quale erano già stati aperti canali di comunicazione». È ancora presto per valutare singolarmente le possibilità. «Ci metteremo al tavolo a discutere – continua l’assessore – tenendo presenti le singole specificità di ogni territorio. In Italia ci sono grandi poli fieristici: quello di Milano è globale e il nostro concentrato sulla produzione e il made in Italy. C’è chi lo chiama polo milanese, ma noi preferiamo chiamarlo polo italiano; le risorse che arriveranno saranno a beneficio di tutto il territorio».

Con Rimini e Bologna sono in corso incontri per la definizione di un accordo futuro che non esclude l’aggregazione dei due quartieri. L’assegnazione della Manifestazione a Milano potrebbe rallentare il percorso? Se le due società preferiscono non intervenire sul tema, durante la fase "negoziale", Campagnoli non ha dubbi: «È certamente una delicata frustata competitiva», lasciando intendere alla necessità di chiudere in fretta le trattative.

Segnali rassicuranti arrivano da Francesca Golfetto, docente milanese, esperta di distretti fieristici. «Di solito gli Expo sono manifestazioni che stanno di fuori del mondo fieristico – ricorda – basti pensare ad Hannover. L’obiettivo è invece quello di far affluire una certa quantità di finanziamenti intorno a un tema, che consentono di costruire strutture e infrastrutture per ospitare la manifestazione. Ma la manifestazione ha un focus talmente generale e generalistico che non influenza minimamente il sistema fieristico».

Le altre fiere italiane e quelle emiliano-romagnole non devono temere la competizione in vista del 2015: «Confluiranno ulteriori finanziamenti sul polo di Milano – conclude Golfetto – e avrà ulteriori benefici, ma devono passare ancora sette anni. Milano avrà benefici e si toglierà quei problemi che ha adesso legati all’accessibilità, alle strade, alla metropolitana. Dal punto di vista delle fiere non dovrebbe incidere. Darà certamente visibilità all’Italia e si potrebbe cercare di sfruttare questa visibilità a favore dell’Emilia-Romagna. Può essere uno sprone in vista della competizione futura che verrà dalla regione Lombardia. Bisognerebbe invece cercare di pensare se ci sono cose che si possono fare anche per questa regione, da qui al 2015, per accaparrarsi una fetta di quella visibilità».

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