Rassegna stampa

Le biotecnologie italiane in vetrina alla fiera di Boston

BOSTON

Si annuncia ricca di opportunità la massiccia presenza di aziende e istituti di ricerca italiani che operano nelle biotecnologie alla più grande Fiera americana del settore, Bio 2007, inaugurata domenica scorsa a Boston e che si concluderà domani nel nuovo Boston Exhibition Center.

Sono infatti oltre 40 le aziende e gli istituti di ricerca del nostro Paese presenti alla Fiera, che ospita 1.700 società da tutto il mondo. Le sigle biotech italiane sono oltre 200 – quarta più grande concentrazione in Europa per spesa in ricerca e numero di brevetti – occupano 14mila addetti e generano introiti superiori ai 5 miliardi di dollari e investimenti in ricerca per 1,5 miliardi di dollari. Milano a buon diritto può considerarsi la capitale del settore, ospitando uno dei tre distretti (gli altri due sono a Trieste e a Cagliari).

«Per la prima volta – spiega il Console d’Italia a Boston, Liborio Stellino – la Fiera americana delle biotecnologie dopo Philadelphia e Chicago ha scelto il New England, che sta diventando il polo americano delle società biotech; le aziende italiane sono qui per presentare i loro prodotti ma anche stringere accordi e imparare ad accedere ai capitali di rischio». Infatti l’Italia, pur essendo la sesta economia di mercato, sconta ancora una percentuale di capitalizzazione rispetto al Pil al di sotto di altri Paesi. Da qui la necessità di cercare capitali per un settore che ha bisogno di investimenti consistenti. Gli Stati Uniti sono punto di riferimento obbligato per le aziende del settore, perché è proprio lì che alla fine del 2005 si contavano oltre 1.400 aziende con un fatturato di 50 miliardi di dollari, e nel 2006 si sono attratti investimenti per 4,5 miliardi.

«Le principali ricadute che auspichiamo con la partecipazione italiana a Bio 2007 – dice Paola Bellusci, responsabile dell’ufficio Ice di Los Angeles, che ha curato le giornate italiane – sono l’aumento degli accordi di collaborazione tra imprese non solo americane e scambi di tecnologie, oltre alla possibilità di attrarre investimenti di venture capitalist Usa». Domenica scorsa Investinitaly (progetto congiunto Sviluppo Italia e Ice) ha organizzato un seminario sull’attività biotech in Italia, con relazioni di Claudio Bordignon, fondatore di Molmed (azienda leader nello sviluppo delle terapie anticancro) e direttore scientifico del San Raffaele di Milano, e del testimonial americano (che collabora con la Molmed) Byron Hewett, presidente di Immunicon, azienda di punta nella diagnostica molecolare.

Altro evento ieri sera nel campus della University of Massachusetts dove l’Ice, insieme al Worcester Polytechnic, ha organizzato una serata di contatti tra partner italiani e americani aperta dall’ambasciatore italiano negli Stati Uniti Gianni Castellaneta, alla sua prima visita ufficiale nel New England dove ha avuto incontri con il Governatore Devel Patrick (primo afroamericano eletto tra i Democratici), con lo speaker della Camera dei rappresentanti Salvatore di Masi e il sindaco di Boston, Thomas Menino.

Ge.P.

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