
‘Lavoriamo insieme, o resteremo schiacciati da Bologna e Rimini’
FORLI’ – “Al momento non vorrei mettere sul tappeto il tema della fusione, ma è indispensabile lavorare insieme e trovare sinergie”. Così il presidente della Fiera di Forlì Spa, Romeo Godoli, ha risposto a RomagnaOggi.it parlando del futuro dell’ente fieristico forlivese in rapporto alle altre realtà presenti sul territorio (Faenza, Cesena, Rimini e Bologna).
Un futuro che è inevitabilmente condizionato dalla crisi della Fiera di Forlì, “che se non ci fossero stati non avremmo avuto le dimissioni del presidente Stelio De Carolis e di tutto il Consiglio d’amministrazione”, come ha ammesso lo stesso Godoli; ma che può offrire l’occasione per dare attuazione a quella necessità di “fare sistema” più volte conclamata dalle istituzioni.
“Ci troviamo a metà tra Rimini e Bologna – analizza il neo presidente dell’ente fiera – e ciò costituisce un problema per la forte attrattiva che questi due poli fieristici esercitano e c’è il rischio oggettivo che ciò che sta in mezzo venga schiacciato”. Il riferimento va alle fiere di piccole e medie dimensioni come Forlì, Faenza e Cesena. “Tuttavia, è possibile che ci siano segmenti di fiere attuali – ha proseguito Godoli -, anche a Milano e Verona, che necessitino di delocalizzarsi; Forlì vuole candidarsi ad ospitare fiere di questo tipo”.
La “ricetta” per una convivenza proficua per il territorio tra le piccole realtà, per Godoli è la seguente: “Sembra banale, ma in realtà non è facile né tantomeno scontato: è necessario armonizzare i calendari delle tre fiere (Forlì, Faenza e Ravenna, ndr). Bisogna ricercare delle economia di scala che si possono ottenere lavorando insieme su temi e problemi comuni”.
E sulla politica di gestione dell’ente, il vice presidente Bruno Greppi esalta la “linea aziendalistica del presidente. Questa è una realtà che non deve gravare troppo sulla città; e su questa filosofia, anche i soci di riferimento si sono detti disponibili a sostenere la Fiera finchè essa non sarà in grado di camminare con le proprie gambe”. Per i due massimi dirigenti dell’ente, la Fiera di Forlì “deve essere una vetrina ed un motore per l’economia forlivese, al fine di poter offrire opportunità e occasioni di sviluppo al nostro territorio, affinchè possa proiettarsi verso dimensioni quantomeno europee”.
Dunque un approccio diverso nei confronti dell’ente e della sua posizione rispetto alle altre realtà analoghe presenti in Romagna. Una visione, quest’ultima che secondo Godoli “in futuro potrà portare anche da uno sbocco strutturale – leggasi fusione -, ma che oggi non ci interessa. Sono comunque in corso relazioni con Cesena, poco o nulla con Faenza”. Dunque si cominci dal dialogo e dal confronto: sarebbe già un primo passo lodevole verso la creazione un polo fieristico romagnolo di peso e qualità, in grado di interloquire senza complessi d’inferiorità con il resto d’Europa.