
«Torino città del dialogo»
Stefano Salis
TORINO. Dal nostro inviato
Un discorso stringato, netto, senza tentennamenti, con una citazione finale di Amos Oz e letto – come ha ribadito nella prima frase – con «animo sereno». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inaugurato la Fiera del Libro di Torino (che aveva fatto registrare polemiche arroventate per la presenza di Israele come ospite d’onore di questa edizione) con otto minuti di discorso. Il contesto e il clima della Fiera – ha detto il presidente – non devono essere turbati «da contese politiche o da intrusioni pretestuose».
Perché la Fiera di Torino «è il luogo del confronto, del dialogo e della tolleranza fra culture senza confini impenetrabili». Napolitano legge spedito e incassa il primo vigoroso applauso della platea della blindatissima Sala Gialla del Lingotto quando avverte che «non c’è dialogo se si muove dal rifiuto della legittimità dello Stato di Israele, delle ragioni della sua nascita e del suo diritto a esistere nella pace e nella sicurezza». Un diritto che però «può e deve combinarsi con quello del popolo palestinese a dare vita a un suo Stato». Nessun «appiattimento politico» della Fiera, per Napolitano, anzi: non bisogna «stravolgere politicamente e culturalmente questo evento, pretendendo di introdurvi la problematica del drammatico conflitto arabo-israeliano in chiave di esasperata partigianeria». Poco prima, l’ambasciatore dello Stato di Israele, Gideon Meir, aveva ringraziato il presidente «per la sua forte presa di posizione, quando, nei mesi passati ci sono stati tentativi e appelli a boicottare la Fiera».
All’arrivo del presidente una folta delegazione della comunità ebraica di Roma – tra cui anche la deputata del Pdl Fiamma Nirenstein – aveva sventolato bandiere israeliane. Gesto ripetuto anche nello stand del Paese, dove Napolitano ha firmato una copia del Riformista che nell’edizione di ieri aveva stampata una bandiera con la stella di David. Apprezzamento generale per le parole del presidente. «Un bellissimo discorso», lo ha definito l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, presente in sala accompagnato da Ginevra Elkann, sorella di John e Lapo.
Tra gli altri commenti, quello del cardinale di Torino Severino Poletto che ha palato di intervento «molto equilibrato». E se Walter Veltroni ieri sul Corriere della Sera aveva definito nemici della pace coloro che boicottano la fiera, il presidente delle comunità ebraiche, Renzo Gattegna, ha sottolineato che «Napolitano ha voluto rispondere alle contestazioni evidenziando quanto fossero ingiustificate le polemiche tendenti a inserire la politica in un ambito dove non ha motivo di essere». Molte le personalità presenti all’inaugurazione. Oltre al gotha dell’editoria italiana (cui ha fatto da portabandiera il direttore della Fiera, Ernesto Ferrero, ribadendo per l’ennesima volta la necessità della tanto agognata legge per il libro), c’erano il costituzionalista Gustavo Zagrebelski, lo scrittore israeliano Avraham Yehoshua, il presidente del consiglio di gestione di Intesa-Sanpaolo Enrico Salza, Giorgio La Malfa, l’attore e neoparlamentare Luca Barbareschi, Margherita Boniver, Vittorio Sgarbi, Evelina Christillin, Giovanna Melandri e Piero Fassino.
Dopo il discorso, per Napolitano un bagno di folla tra gli stand, con un incontro particolarmente gradito con i bambini. «Leggete» ha detto il presidente ai ragazzi. «Qui siete in un bel posto; io ora vado in uno meno bello», ha detto prima di ripartire per Roma dove lo attendeva il giuramento del Governo.
Le contestazioni, per ora, sono rimaste fuori dal Lingotto: un gruppo di simpatizzanti di Free Palestine ha cercato di esporre uno striscione che invitava al boicottaggio della Fiera e di Israele, ma le Forze dell’ordine lo hanno impedito per ragioni di sicurezza. In serata, anche il primo intervento del neo ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha riguardato la Fiera del Libro. Garantire il diritto a manifestare, ha detto Maroni, «ma anche quello di chi vuole visitare la Fiera con tranquillità».
stefano.salis@ilsole24ore.com