Rassegna stampa

La scuola che porta al Ps1 gli artisti finlandesi

Il nord Europa vive un periodo di florida creatività. In particolare, in Finlandia, gli artisti della Scuola di Helsinki producono opere raffinate e poetiche che rappresentano un’isola felice per il collezionista. I loro lavori costano da 3mila a 5mila e hanno un ampio margine d’incremento. Per fare qualche esempio la fotografia «Désolé» (1999) della serie «Suites Fraçaise II», cm 70 x 56, della trentaseienne Elina Brotherus, tirata in sei esemplari, è stata aggiudicata all’asta Bukowskis di Stoccolma, il 26 aprile 2006, per 4.533 $, mentre nella galleria GB Agency di Parigi le sue immagini costano da 2.700 a 5.600 in base al formato. Direttore e ideatore della Helsinki School è Timothy Person, nato in Norvegia 53 anni fa e cresciuto in California, dal 1982 vive in Finlandia. Specializzato in video e fotografia dei Paesi nordici, è capo del Vips (Video e Fotografia di Stoccolma), Senior advisor del Boras Art Museum in Svezia, del Museo d’Arte di Claremont e Senior curator di Kiasma, il museo d’arte contemporanea di Helsinki.
Che cosa rappresenta Helsinki School, quando è nata?

È uno speciale dipartimento di fotografia e video nato all’interno dell’Università d’Arte e Design di Helsinki che solo dal 1995, per ragioni di comunicazione, è stato chiamata Helsinki School. Non è un’istituzione, né un movimento artistico, ma piuttosto un metodo d’insegnamento e un approccio al processo fotografico come mezzo concettuale. Ogni anno seleziona, su centinaia di domande, 8-10 studenti ai quali viene insegnato come preparare e utilizzare il portfolio, come esprimere quell’idea speciale che nasce dal dialogo con se stessi e il mondo. Soprattutto gli allievi sono educati a operare nel sistema dell’arte: fa la differenza se un artista lavora insieme ad altri per raggiungere il medesimo traguardo.
Chi sono e come vengono promossi gli artisti?

Alcuni come Janne Lehtinen, Jyrrki Parantainen, Santeri Tuori o Elina Brotherus sono già famosi; tra gli emergenti ci sono Susanna Maturi, Ilkka Halso, Tiina Itkonen, Ulla Jokisalo, Riitta Päiväläinen. Esiste un intenso programma di mostre in varie parti del mondo. Nel 1999 è nata Gallery Taik per portare questi artisti all’attenzione internazionale. Inizialmente universitaria e virtuale, dal 2005 la galleria ha una sede di 350mq a Berlino. Gallery Taik partecipa a StocKolm Art Fair dal 1999, ad Art Forum Berlin dal 2000 e a Paris Photo dal 2002 intrecciando relazioni con curatori dei musei, galleristi e collezionisti.

Chi sostiene finanziariamente il programma?

Principalmente l’Università statale di Helsinki che sostiene parte dei costi per le fiere e organizza i workshops grazie anche alle sovvenzioni del Ministero dell’Educazione, le somme servono a coprire le spese per organizzare le mostre all’estero e portare l’arte finlandese nel mondo.
Quali relazioni ci sono con gli artisti più famosi come Eija-Lisa Ahtila (1959), Arno Rafael Minkkinen (1945), Esko Männikkö (1959) o Jan Kaila (1957)?

I loro lavori sono percepiti dal resto del mondo come una porta aperta sulla Finlandia. I loro record alle aste internazionali sono interessanti: l’installazione di otto foto a colori «Dog bites series» (1992-1997) di Eija-Liisa Astila, tirata in tre esemplari, è stata venduta a New York per 33.600 $ da Phillips, de Pury & C. nel 2005, mentre il top price di Esko Männikkö è 14.961 $ (vedi pag 30) per «Kuivaniemi» (1991-1993), piccolo dittico fotografico a colori.
Chi sono i più importanti collezionisti?

Pentti Kouri e Ami Hasan.
Progetti futuri?

Usare la Helsinki School come modello da esportare in altri Paesi. Il primo sarà la Spagna, dove ho individuato una fantastica "piscina" di artisti-fotografi dal potenziale successo.
Giuliana Montrasio



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