Rassegna stampa

La rivincita del manifatturiero

Potrebbe essere definita come la più concreta rappresentazione della rivincita del manifatturiero sui miti, oggi in decadenza, della new economy. Se la scorsa edizione dell’Esposizione campionaria delle qualità italiane, che si è tenuta dal 22 al 25 novembre del 2007, ha avuto il merito di inaugurare una nuova modalità di fare fiera rispetto alla tradizione, l’appuntamento che si aprirà il 7 maggio del prossimo anno si configura invece come l’altrettanto concreto tentativo di fornire una risposta valida al Paese per ripararsi dai venti di crisi che stanno colpendo l’economia mondiale.
«L’evento dell’anno scorso – ricorda Claudio Artusi, amministratore delegato di Fiera Milano Spa – è stato un grande successo: chi ha partecipato, e mi riferisco sia alle associazioni di categoria e agli espositori che ai visitatori, è ritornato a casa più ricco, sia in termini di competenze che di conoscenze, avendo avuto, inoltre, la possibilità di riscoprire un’Italia poco nota ma molto pregiata, fatta di appassionati imprenditori che hanno saputo mantenere, grazie al proprio orgoglio e a un difficilmente imitabile radicamento territoriale, importanti posizioni di mercato».
Obiettivo condiviso dagli organizzatori – La Fondazione per le qualità italiane Symbola, Fiera Milano e Fiera Milano Congressi – sarà quello di dare visibilità a un capitalismo e a un modo di fare impresa che continua, malgrado il rallentamento del ciclo economico, a mettere al centro il know how e la qualità. Ne è un esempio la dimensione umana, spesso famigliare, delle oltre 4mila multinazionali “tascabili” che punteggiano il tessuto nazionale da Nord a Sud: «Il piccolo è certo un handicap – prosegue l’a.d. Artusi -, ma può anche essere visto come una grande ricchezza, una ricchezza che nasce dal fecondo rapporto fra un determinato territorio e un particolare modello di imprenditorialità famigliare capace di sviluppare grandi idee».
Critico verso «una finanza che negli ultimi anni ha opacizzato la concretezza e l’operosità quotidiana delle nostre aziende», per Claudio Artusi la Campionaria del prossimo maggio ha tutti i numeri per configurarsi come «la miglior risposta alla crisi, proprio perché buona parte delle ragioni di ciò che sta accadendo in questi mesi proviene nient’altro che dalla sottovalutazione di questo modo di fare impresa, un modo che invece credo sia ancora vincente».
Nel 2007 le presenze avevano superato il mezzo migliaio, inclusi i principali sistemi distrettuali e le Regioni, dalla Toscana, alla Sardegna, dal Trentino all’Umbria, presente, ad esempio, con 40 realtà rappresentative delle tre espressioni locali della qualità, l’agroalimentare, la moda e la ricerca. Troppo presto per fare delle previsioni: «Per noi e per le aziende conta ciò che accade durante questi tre giorni. Per questo non sarà tanto importante superare, in termini di accessi e di presenze, i numeri raggiunti nel 2007, quanto invece dimostrare al sistema Paese che una fiera, oltre a essere una mera esposizione, è soprattutto un momento educativo e di comune crescita».
«Il nome di questa iniziativa – aveva dichiarato alla vigilia dell’inaugurazione della Campionaria, nel novembre dello scorso anno, il presidente di Fondazione Fiera Milano, Luigi Roth – rievoca quello della manifestazione che nell’epoca del boom economico ha fatto grande la Fiera e che per tanti anni ha raccontato, al mondo, la crescita del nostro Paese e, agli italiani, le nuove frontiere della modernità. Con modalità diverse, cioè attraverso una selezione di eccellenze, una presenza di veri e propri “campioni della qualità”, anche la manifestazione di oggi è un racconto, una rappresentazione di quella creatività italiana che è la nostra più grande risorsa e di quell’humus nel quale essa cresce e si sviluppa: il rapporto vitale fra impresa, profit e non, e territorio». Concetto che Roth rievoca anche oggi, a sei mesi dalla seconda edizione della fiera rinnovata: «Il successo della Campionaria e le quote di export in costante crescita sono la prova che il sistema sa creare prodotti d’eccellenza. In più il sistema fieristico attiva una serie di opportunità molto utili per il comparto produttivo e dei servizi».
Un discorso tanto più attuale in vista del delicato appuntamento con l’Expo del 2015, che la presenza della fiera Campionaria finisce per acquistare un evidente valore aggiunto, trasformandosi in insostituibile cassa di risonanza: «La Campionaria – conclude conclude Artusi – rappresenta una fondamentale tappa di avvicinamento al 2015. Da questo punto di vista, infatti, si dovrà lavorare molto per mettere in contatto le realtà locali con le reti lunghe della globalità. All’Esposizione internazionale ci si arriva sperimentando e riflettendo: quale miglio occasione di iniziarlo a fare dal 7 al 10 maggio del prossimo anno?».
M.D.B.

Newsletter