Rassegna stampa

La pressione di Roma sui poli

Un nuovo, ingombrante player sta per debuttare sul mercato fieristico italiano. E anche se manca un anno all’effettiva entrata in funzione dei primi 71mila metri quadrati, ripartiti negli otto padiglioni che saranno disponibili da settembre del 2006, la nuova Fiera di Roma sta catalizzando l’attenzione degli organizzatori e mettendo in allerta i gestori dei maggiori quartieri espositivi.
I tempi di gestazione della nuova struttura capitolina sono rispettati e il nuovo management ha preso possesso della macchina organizzativa. È prudente Marco Sogaro, l’ingegnere quarantunenne che, dopo quattro anni da direttore generale di Fiera Milano Spa, il primo settembre di quest’anno ha assunto l’incarico di amministratore delegato di Fiera Roma Srl. Eppur il confronto con il nuovo colosso romano, secondo in Italia alla sola nuova Fiera di Milano, fa paura un po’ a tutti. A maggior ragione al Sud, dove sotto l’aspetto fieristico il cielo è abbastanza nuvoloso.
La situazione di Napoli, innanzitutto. Il business fiere in Campania, secondo le stime contenute in uno studio di fattibilità per il sistema fieristico promosso dalla Regione Campania e realizzato da Deloitte sul finire della precedente consiliatura (vedi il Sole24Ore Sud del 27 aprile scorso), ha un giro d’affari annuo di 51 milioni di euro, coinvolge poco meno di 8.000 espositori e richiama 1.300.000 visitatori sia di eventi B2B (le fiere specializzate) che di eventi rivolti ai consumatori. Limitandosi agli appuntamenti classificabili come nazionali, si superano le 40 fiere l’anno, 29 delle quali presso la Mostra d’Oltremare.
Il nuovo assessore regionale Andrea Cozzolino, le cui deleghe vanno dall’Agricoltura all’Industria comprendendo la responsabilità sul settore fieristico, assicura di essere all’opera sul tema: «Per il prossimo anno avremo un progetto ben definito e una legge regionale per dare alla Campania un moderno sistema fieristico. Sulla base dello studio già in nostro possesso – sostiene Cozzolino – stiamo, innanzitutto, valutando se un nuovo insediamento nell’area di Caivano sia compatibile con un sistema fieristico integrato con la Mostra d’Oltremare e la nuova mission che si è data».
L’assessore, inoltre, afferma che ha avviato un lavoro comune con gli operatori privati: «Stiamo sviluppando con il Polo della Qualità un sistema espositivo dedicato all’abbigliamento e a produzioni di lusso».
Buone le intenzioni, anche se paiono inevitabilmente lunghi i tempi rispetto alla concorrenza. Il risultato è che gli organizzatori più prestigiosi delle fiere specializzate che tuttora si riferiscono a Napoli guardano con crescente attenzione alla prospettiva romana, rischiando di impoverire ulteriormente la Campania degli appuntamenti business-to-business, quelli che maggiormente qualificano un insediamento fieristico.
In attesa degli sviluppi, la Mostra d’Oltremare, fa fruttare bene (vedi articolo in pagina 2) le strutture che ha – obsolete e dalla manutenzione molto costosa, per quanto riguarda la parte fieristica – con una strategia principalmente focalizzata sull’entertaiment, grazie alla quale sta riuscendo a valorizzare le caratteristiche del quartiere (il parco, la piscina, il teatro Mediterraneo e l’Arena Flegrea.
La rapidità con la quale non solo Roma, come competitor nel bacino del Centro-Sud Italia, ma anche Rimini, concorrente lungo la fascia adriatica, ha saputo ampliare e proiettare le sue strutture, crea difficoltà anche a un vero caposaldo del sistema fieristico, come la Fiera del Levante. Bari tuttora ospita la più grande Campionaria d’Italia, che quest’anno ha superato, nelle dichiarazioni degli organizzatori, il tetto del milione di visitatori. Eppure i tempi di ammodernamento delle strutture – esistono i progetti ma non le strategie né i quattrini per intervenire – e l’attesa di turn over ai vertici dell’Ente pugliese (presidente e segretario generale attendono gli effetti dello spoil-system che in poco più di un anno ha rivoluzionato la geografia politica degli Enti locali di riferimento), non ancora trasformato in Spa, stanno creando serio pregiudizio al posizionamento futuro del quartiere.
Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, ha toccato con mano quanto sia delicato intervenire sul sistema fieristico pugliese senza alterare equilibri consolidati nei decenni: la pubblica approvazione data, in occasione dell’ultima Campionaria, al progetto di grande fiera della filiera agroalimentare da varare a Bari nel 2007, ha provocato una levata di scudi a Foggia, dove ha sede la Fiera dell’Agricoltura: amministratori locali, sindacalisti, imprenditori hanno subito innalzato la bandiera contro l’egemonia barese. Per il peso storicamente esercitato sul sistema economico pugliese dalla Fiera del Levante e per le attese dell’intera regione, la stesura del disegno di legge sul sistema fieristico regionale, affidata al vicepresidente della Giunta e assessore alle Attività produttive, Sandro Frisullo, sarà tutt’altro che una passeggiata.
La situazione più difficile, e non certo per la concorrenza di Roma, è quella siciliana. La Fiera del Mediterraneo di Palermo ha alle spalle un settembre nero, bloccata dai lavoratori in assemblea permanente, senza stipendio da luglio, il che ha determinato, fra l’altro, la cancellazione di una mostra, all’edizione di esordio, sul tema dell’ambiente. Lo scorso 7 ottobre è stata rinnovata l’intera compagine di vertice, con l’insediamento di Giovanna Livreri, avvocato, nel ruolo di commissario straordinario al posto di Alessandro Trezza. Insieme con Marcantonio Moschetti e Francesco Paolo Curione, nominati vicecommissari, avrà il difficile compito di risanare la gestione e stilare un progetto di rilancio aziendale. Nel frattempo le risorse e gli interventi paiono concentrati su Messina, dove l’attuale reggente straordinario, Antonino Bartolotta, pare aver avviato un ciclo virtuoso che finora ha prodotto l’edizione 2005 di Expomare cui ha sostanziosamente contribuito proprio il governo regionale.

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