Rassegna stampa

La nuova Fiera, palcoscenico per l’Europa

di CLAUDIO MARINCOLA Da oggi Roma ha un nuovo polo espositivo. Il primo tassello di una cittadella congressuale destinata a trasformare il quadrante sud della Capitale assecondandone la vocazione originaria. Un quartiere fieristico a ridosso della Magliana, in un punto strategico, collegato con autostrade, ferrovie e aeroporti. Sulla stessa direttrice di altri progetti in cantiere da tempo che ora si sono sbloccati. Uno su tutti: «La Nuvola di Fuksas» nel cuore dell’Eur, l’ex E42 che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione universale di Roma. Andrea Mondello, presidente della Camera di commercio quello che ha maggiormente creduto nella Nuova Fiera. Una struttura nata con una finalità precisa «per avere un respiro europeo, per allargare il business» e non per «restringere il campo d’azione degli altri competitor nazionali». Concetti ricordati anche ieri nel giorno del brindisi e del taglio dei nastri. Una festa per circa 1500 invitati. «Questo progetto è nato più di 15 anni fa dall’intuizione di un gruppo di imprenditori – ha ricordato il padrone di casa, Andrea Mondello, chiamato sul palco insieme al sindaco Walter Veltroni – ma per molti, troppi anni, è rimasto, solo un sogno. Oggi, finalmente – ha continuato Mondello – abbiamo davanti a noi la dimostrazione concreta che l’epoca dei veti e dell’inerzia, l’epoca degli annunci, è un ricordo lontano. La realtà di oggi è fatta di proposte, di impegno, di collaborazione fra le istituzioni, di una comune “cultura del fare”». Il via ufficiale è fissato per il prossimo 22 settembre con Orocapital. Ma la prima tappa da rispettare era il 21 aprile Natale di Roma. Passaggio cruciale. Per Mondello la nuova Fiera rappresenta un grande valore aggiunto per la città. «E lo dico sotto molteplici punti di vista – ha spiegato il presidente di Fiera spa, la società partecipata per il 47,4% dalla Camera di Commercio, con quote importanti di Comune di Roma (27,6%), Regione Lazio (12,4%) e Sviluppo Lazio (12,4%). – Per impatto sul territorio e occupazione, riqualificazione urbanistica e impulso all’economia». Convinzioni confortate da un rapporto del Censis, secondo il quale la nuova Fiera avrà una ricaduta notevole sul territorio, sia in termini occupazionali, che di produzione di ricchezza. Si è calcolato che arriverà a generare 3,64 miliardi di euro in investimenti diretti e indiretti creando 42 mila posti. Il fatturato sarà pari a 700-800 milioni annui con 8400 unità operative occupate stabilmente quando la Fiera, progettata dall’architetto Tommaso Valle – lo stesso che si è aggiudicato il restauro e l’ampliamento del complesso a Bruxelles dell Consiglio europeo – sarà a regime nel 2009. Per il momento saranno disponibili i primi 10 dei 22 padiglioni previsti. Nel 2007 i metri quadri venduti saranno secondo le previsioni 300 mila metri quadri, a fine opera 700 mila. Costo 355 milioni di euro, fatturato 100 milioni annui di euro. La realizzazione del Polo fieristico sarà un’importante opportunità per riqualificare un’area della città afflitta da pesanti problemi di viabilità. Con un incubo quotidiano: il viadotto della Magliana, un imbuto per chi entra o esce). Prima dell’avvio dell’attività fieristica verrà completata la nuova fermata “Fiera”sulla linea della Roma Fiumicino (Fm1) con partenza da Fara Sabina. Da ieri è stato ultimato il collegamento tra il Gra e il nuovo polo sono state aperte le due complanari. Notizia salutata dal presidente del XV Municipio Giovanni Paris come un «importantissimo passo verso una riqualificazione complessiva». Peccato che l’apertura sarà a tempo. Nel senso che nei prossimi giorni, per completare i lavori la strada si dovrà richiudere. Ciò non toglie che lo sforzo è stato grande, anche perché rallentato dai ritrovamenti archeologici, l’antica via Portuense affiorate nell’area della Fiera. Critica l’opposizione che giudica la nuova Fiera «l’ennesimo spot elettorale». «Il sindaco di Roma ha inaugurato in pompa Magna – si scrive in un comunicato congiunto firmato della Cdl – una struttura in corso d’opera quando normalmente le inaugurazioni si fanno ad opera conclusa. Non ci sono strade, non ci sono collegamenti su ferro, non ci sono servizi. Una vera e propria cattedrale nel deserto». La replica dell’assessore ai Lavori pubblici, D’Alessandro: «Non c’è niente di virtuale, si festeggia l’obiettivo concreto, fisicamente visibile».

Newsletter