
La Fiera guarda oltre Milano
MILANO – Fondazione Fiera Milano si prepara a una svolta che il suo stesso presidente, Luigi Roth, definisce molto importante. Il cambiamento è già stato messo, nero su bianco, nel nuovo statuto che il consiglio generale della Fondazione ha approvato di recente. In sintesi: Fondazione Fiera Milano, pur continuando a mantenere “lo scambio” al centro della sua missione e a occuparsi del polo urbano e del nuovo quartiere espositivo di Rho-Pero, è pronta a entrare in una sorta di “cabina di regia per lo sviluppo di progetti complessi a favore delle imprese”. Progetti che mirano anche alla riqualificazione del territorio e al potenziamento delle infrastrutture.
La Fondazione lavorerà a fianco di istituzioni, enti pubblici e privati e altri soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nella realizzazione di interventi complessi.
La genesi del cambiamento, spiega Roth a “Il Sole-24 Ore”, deriva dall’enorme accumulo di conoscenze e di esperienze che Fondazione Fiera Milano ha maturato in questi anni sia nella realizzazione del nuovo polo di Rho-Pero (cintura nord-ovest di Milano), sia nella gestione della gara internazionale di riqualificazione del quartiere storico. Quello del nuovo polo è un progetto di grande complessità che, partendo da una vasta area industriale dismessa (ha ospitato per decenni una raffineria Agip), si concluderà con l’inaugurazione di uno dei più grandi, moderni e funzionali quartieri fieristici del mondo.
“Tra gli elementi qualificanti dell’operazione Rho-Pero – spiega Roth – risalta il metodo seguito dalla Fondazione: la trasparenza, la certezza dei tempi, il mantenimento delle promesse, la condivisione di tutto il percorso con le istituzioni, l’ascolto del territorio, il ricorso a formule innovative per il nostro Paese come la figura del general contractor introdotta prima della legge obiettivo. Tutto ciò – aggiunge Roth – consente alla Fondazione, e alla controllata Sviluppo sistema Fiera Spa, di disporre di un patrimonio di conoscenze di prim’ordine, spendibile sul mercato e nei settori più svariati”.
Il 2 aprile 2005, come da programmi, ci sarà l’inaugurazione ufficiale del nuovo polo fieristico milanese. A quel punto, almeno sulla carta, un aspetto importante della mission di Fondazione Fiera Milano sarà giunto a compimento.
Ma, con la nuova fiera in funzione, Fondazione Fiera Milano si ritroverà anche più ricca: di esperienza. E qui s’innesta la nuova mission descritta dallo statuto e condivisa da tutti gli stakeholders e in primo luogo dalla Regione Lombardia, cioè dall’ente che svolge l’attività di vigilanza sulle fiere lombarde. “Il metodo di Fondazione Fiera Milano – rileva il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni – è stato sperimentato con successo sul campo. É unico e ripetibile al tempo stesso, perché nella sostanza può essere applicato e riprodotto, con caratteristiche universali, in altri progetti”.
Per queste ragioni, la “nuova” Fondazione Fiera Milano “potrà contribuire – continua Formigoni – alla promozione e realizzazione di iniziative di sviluppo economico, sociale, culturale e scientifico, di riqualificazione del territorio e di potenziamento delle infrastrutture e di quant’altro sia funzionale allo sviluppo delle imprese e alla loro capacità di operare sul mercato globale”.
Fondazione Fiera Milano potrà ovviamente proseguire nella “realizzazione, ristrutturazione, riqualificazione di complessi immobiliari destinati a ospitare eventi fieristici”.
A questo punto, mentre è scattato il conto alla rovescia per l’avvio del nuovo polo, Fondazione Fiera Milano si mette a disposizione di chiunque sia interessato a promuovere degli interventi di riqualificazione del territorio.
“Ormai – conclude Roth – c’è la percezione di avere un ruolo più ampio. Siamo a disposizione: “provocati” o “provocatori” ci mettiamo al servizio di soggetti e istituzioni per entrare in una cabina di regia di progetti complessi per lo sviluppo delle imprese”. Benché sia solo all’inizio di questo nuovo percorso, la mission rinnovata di Fondazione Fiera Milano sta già suscitando interesse. Già arrivano alcune proposte di collaborazione anche se, precisa Roth, “è ancora presto per fare nomi”.