
La fiera è Florida
di Gabi Scardi
Miami, capitale della Florida, porta dell’America Latina, clima caraibico e popolazione per metà ispanica, è una città in fase di rapidissima trasfigurazione: da edonistico paradiso artificiale a nuovo polo americano della cultura e della creatività contemporanea. L’inizio della trasformazione risale al 1999, quando emersero formidabili collezioni private, i già numerosi musei della città intrapresero una ristrutturazione, e si cominciò a pensare a un evento speciale: che si concretizzò in Art Basel Miami Beach, o Abmb, innesto della maggiore fiera del mondo, quella di Basilea.
Oggi lo sviluppo generale della città è influenzato dagli spazi espositivi che si moltiplicano e da una serie di operazioni immobiliari che, all’insegna dell’arte e del design contemporaneo, stanno trasformando interi quartieri: dal Design District, nato per impulso dell’immobiliarista appassionato d’arte Craig Robins, a Wynwood, nuova area in fase di riqualificazione per opera di Tony Goldman che negli anni Settanta, a New York, ristrutturò Soho. Nel frattempo Abmb, organizzazione svizzera e vitalità sudamericana, diretta dallo stesso Samuel Keller che ha fatto il successo di Art Basel, ha invece dimostrato di poter crescere, è giunta alla 5ª edizione, ha saputo trattenere sponsor come Ubs ed è entrata nel circuito delle fiere maggiori insieme a Basilea stessa, a Frieze di Londra, all’Armory Show di New York, ad Arco di Madrid. Ha sviluppato notevole capacità d’attrazione: l’anno scorso si è aggiudicata, in cinque giorni, circa 35mila visitatori, buona parte dei quali direttori di musei, collezionisti e agenti, galleristi, dealers, critici o curatori, appassionati. Per l’edizione di quest’anno, tra il 7 e il 10 dicembre, se ne aspettano di più. Le gallerie saranno 200, 10% delle quali costituiscono nuove presenze; proverranno dai cinque continenti e sono state selezionate tra le 650 che, malgrado gli alti costi di partecipazione, hanno fatto domanda per partecipare. Le gallerie italiane presenti: Continua, Massimo De Carlo, Emi Fontana, Francesca Kaufmann, Giò Marconi, Franco Noero.
Ricco il programma di sezioni speciali, performance, forum, visite ed eventi interdisciplinari; da Ars Nova con gallerie che propongono 3 artisti emergenti ciascuna a Art Kabinett, piccole mostre allestite da un curatore su incarico di una galleria, a Art Video Lounge e Art Sound Lounge, alle Art Basel Conversations organizzate da Bulgari, alla geniale Art Positions con i container, gli stessi nei quali l’attrezzatura della fiera arriva dalla Svizzera a Miami, collocati sulla spiaggia di fronte alla Convention Hall, sede centrale della fiera, e trasformati in micro-spazi espositivi informali e meno costosi per 21 gallerie emergenti selezionate in base a progetti particolarmente propositivi. Numerosissime (si parla di 11!) le fiere nate intorno a Abmb. Tra incontri professionali, party e limousine la settimana si preannuncia come un’impegnativa movida. Tutto fa pensare a un futuro brillante per Abmb. Ma se la fiera funziona, è anzitutto perché in questa città, che dell’America Latina è una sorta di capitale segreta, ha trovato terreno fertile e ha saputo catalizzare l’ingente potenziale economico sudamericano, oltre a quello internazionale. E infatti tra gli stand un carattere latino si avverte fortemente: nell’atmosfera meno compassata che a Basilea, e nella proposta delle gallerie, generalmente più legata a opere materiche, composite, in cui emergono la vitalità della forma e del colore, una manualità esibita, piuttosto che la matrice concettuale di tanta parte dell’arte contemporanea.
Inoltre a Miami esiste una comunità artistica caratterizzata da una tendenza a scommettere e da una necessità di esporsi; una comunità di collezionisti attenti alle ultimissime tendenze e ansiosi di palesarsi aprendo al pubblico collezioni che, almeno per dimensioni, possono far impallidire molti musei del mondo. Questa comunità è fatta di compratori come i Margulies, i Rubell, Rosa de la Cruz, Craig Robins, Gary Nader, Ella Cisneros Fontanals, capaci di mobilitare immani energie e di contendersi senza risparmio gli acquisti più prestigiosi contribuendo ampiamente al successo della fiera. Ma anche, al contempo, di sostenere musei e istituzioni pubbliche della città, che risultano quindi in grado di offrire programmi ricchi e aggiornati: in questo mese di dicembre a Miami si vedranno mostre di Bruce Nauman, Mark Dion, Lorna Simpson, Allora & Calzadilla, John Bock, Lawrence Wiener e una mostra di video dal Centre Pompidou. Come sempre avviene, la fiera non costituisce un successo isolato in un territorio neutro, ma riesce a funzionare all’interno di un sistema complesso, grazie a una convergenza di energie, di interessi e di interventi, di comunicazione, di cui costituisce esito e motore al contempo. In questo senso Miami n ottimo esempio.
Da tenere d’occhio
1Autore: Erwin Wurm, 1954
Titolo: Hotelrooms
Tecnica: fotografia a colori
Casa d’aste: Phillips New York, 30.6.2006
Prezzo: 7.958,00
1Autore: Chris Burden, 1946
Titolo: Victoria Falls Bridge
Tecnica: Scultura in legno e metallo
Casa d’aste: Artcurial Parigi, 8.6.2005
Prezzo: 27.131,00
1Autore: Yan Pei Ming, 1960
Titolo: Buddha’s Warrior N.P.1
Tecnica: olio su tela
Casa d’aste: Cornette de Saint Cyr Parigi, 28.10.2006
Prezzo: 26.605,00
1Autore: Peter Doig,1959
Titolo: Pink Mountain
Tecnica: olio su tela
Casa d’aste: Christie’s Londra, 15.10.2006
Prezzo: 815.070,00
1Autore: Banks Violette, 1973
Titolo: Upside Down Confederate Flag
Tecnica: composizione su carta
Casa d’aste: Philips New York, 14.3.2006
Prezzo: 25.278,00
1Titolo: Killer of the Soul
Tecnica: olio su tela
Casa d’aste: Bonhams & Butterfields Los Angeles, 2.5.2004
Prezzo: 3.500,00
1Autore: Rudolf Stingel, 1956
Titolo: Ohne Titel
Tecnica: olio su tela
Casa d’aste: Lempertz Colonia, 2.6.2006
Prezzo: 36.00,00
(a cura di Laura Torretta)