Rassegna stampa

La Fiera di Milano sfida i big tedeschi

MILANO * Una nuova, grande finestra sul mondo; un’importante piattaforma di lancio del made in Italy; un turbo potente che dà sprint alla nostra economia; uno sprone per le altre opere pubbliche, affinché siano ultimate nei tempi record che hanno scandito la realizzazione di questo progetto (completato in 30 mesi). Queste sono solo alcune delle similitudini evocate ieri all’inaugurazione del nuovo polo fieristico milanese costruito nell’area di Rho-Pero, a pochi chilometri di distanza dal capoluogo lombardo.
A tagliare il nastro, sotto la grande vela di vetro e acciaio progettata da Massimiliano Fuksas e assurta a simbolo della nuova fiera, c’era il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Al suo fianco alcuni ministri, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, i sindaci di Rho e di Pero. A fare gli onori di casa, il presidente di Fondazione Fiera Milano, Luigi Roth. Presente anche l’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. Mancava però (ed era un’assenza annunciata) l’architetto Fuksas, che nel pomeriggio ai microfoni di RTL 102.5 ha ribadito concetti già espressi nei giorni scorsi: “Un’inaugurazione così vicina alle elezioni mostra una visione ristretta e provinciale”.
In precedenza Berlusconi, riferendosi all’assenza del progettista, aveva detto: “Quella di Fuksas è stata una scelta non opportuna. Il fatto di non essere qui deve dispiacere a lui, a me non dispiace assolutamente. L’archietto si è perso una giornata meravigliosa”. Berlusconi definisce la nuova fiera di Milano, che per capacità espositiva si colloca ai vertici europei e mondiali, “un’opera commovente e straordinaria”. Questa infrastruttura, secondo il premier, dimostra che in Italia i cantieri non solo si aprono ma si possono chiudere nel pieno rispetto dei tempi. “Da questa giornata – dice ancora Berlusconi – traggo un auspicio: che anche le altre grandi opere programmate da questo Governo vengano ultimate. Noi puntiamo ad avviare il 57% almeno degli interventi complessivi (sono in tutto 125) entro la fine della legislatura”.
Per Formigoni “questa fiera bella, grande e moderna, capace di competere con la concorrenza internazionale, è il frutto della volontà incrollabile di tutti i soggetti interessati”. “Grazie a questa realizzazione – incalza Penati – Milano e la Lombardia potranno promuovere ancor di più un nuovo sviluppo economico, che sia da traino per il Paese”. E Albertini non ha dubbi: “É il trionfo della cultura del fare”. Roth infine, nel salutare l’avvento di uno dei più grandi sistemi fieristici del mondo, sottolinea “la collaborazione vincente tra pubblico e privato, tra istituzioni e impresa”.
Una partnership vincente anche sul piano finanziario, come dimostra il riconoscimento attribuito ieri da Fondazione Fiera Milano a Banca Intesa per il ruolo da “imprenditore del credito” rivestito nel project financing da circa un miliardo di euro che si è reso necessario per la costruzione del nuovo polo fieristico. In effetti l’investimento per la nuova fiera è stato sostenuto dalla finanza privata (mezzi propri di Fondazione Fiera Milano più indebitamento bancario) senza alcun contributo pubblico. “Abbiamo avuto il coraggio – afferma Mario Ciaccia di Banca Intesa – di puntare sul nuovo polo fieristico sottoscrivendo a fermo un finanziamento da 962 milioni di euro”. Il finanziamento, della durata di cinque anni, è stato poi sindacato con altri sette istituti.
Ultimata l’opera, già avviato il collaudo come le prime manifestazioni – Progetto città ed Expo real estate – aperte fino a domani (poi si riprenderà a settembre), ora scatta la nuova sfida: trascinare Milano ai vertici del mercato fieristico internazionale. L’Europa è attualmente l’area con la migliore e maggiore dotazione di centri fieristici del mondo. La maggiore offerta è localizzata in Germania (cinque quartieri internazionali) seguita da Italia e Francia. Con il nuovo polo Fiera Milano potrà recuperare importanti quote di mercato in Europa, sferrando l’attacco ai tedeschi. E il made in Italy si troverà al suo fianco un alleato ancora più potente.

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