
La fiera delle occasioni perdute
I conti in bilico e la crisi che ha colpito settori come il tessile gettano ombre sul futuro di Firenze Fiera, la società controllata all’89% da Regione (con più del 30%), Camere di commercio ed enti locali di Firenze e Prato e per l’11% da soci privati.
Secondo le stime della stessa società, che “Il Sole-24 Ore CentroNord” è in grado di anticipare, il 2004 si chiuderà con un fatturato di 17,5 milioni, in flessione rispetto ai 18,3 dell’anno precedente. Il margine operativo lordo dovrebbe migliorare, passando da 1,4 a 1,9 milioni, mentre per la perdita (ormai una costante del polo fieristico fiorentino) è prevista una riduzione: dagli 862mila euro del 2003 a 525mila euro.
Su questo risultato, però, grava una nube minacciosa: se gli investimenti in promozione (1,7 milioni) non fossero spalmabili su più esercizi, il “rosso” del 2004 finirebbe per raddoppiare il dato negativo del 2003. Per il management la situazione diventerebbe insostenibile.
Il problema è che Firenze Fiera non riesce a crescere. PittiCasa è stata sospesa e Prato Expo potrebbe lasciare la Fortezza. Moda Pelle, la fiera della pelletteria, ha chiuso, mentre è incerta la sorte di Florence Gift Mart, l’esposizione degli articoli da regalo, rinviata al prossimo anno.
A oggi, nessuno sa dire con certezza come e quando si svilupperà il fronte infrastrutturale. Negli ultimi quattro anni sono stati presentati vari progetti: dall’ampliamento di alcuni padiglioni della Fortezza da Basso (foto in alto) alla costruzione di un nuovo auditorium, fino alla realizzazione di una nuova sala interrata da 2.200 posti. Ma nessuna di queste iniziative è decollato. La Regione ha destinato al polo fieristico fiorentino circa 40 milioni, ma il problema sembra essere l’assenza di strategie chiare, di quel “gioco di squadra” che tanto s’invoca.