Rassegna stampa

La fiera delle alleanze

La scarsa internazionalizzazione del sistema fieristico italiano, che organizza all’estero una ventina di manifestazioni all’anno contro le circa 200 del sistema tedesco, fa suonare un doppio campanello d’allarme. Uno è per il made in Italy, che dovrebbe trovare nelle fiere il canale privilegiato per radicarsi sui mercati emergenti e invece subisce un’ulteriore penalizzazione rispetto ai concorrenti stranieri; e il secondo riguarda le fiere stesse, che di questo passo rischieranno di perdere il primato europeo, conteso appunto con i tedeschi.

Il mercato espositivo mondiale è in forte trasformazione: per quasi un secolo al centro di questo mercato si è collocata l’Europa, con Germania e Italia in prima fila. Le grandi fiere mondiali si sono svolte storicamente nel Vecchio continente. Ora però nuove aree stanno emergendo e, tra 10 anni, è assai probabile che le capitali internazionali delle fiere si trasferiscano in Cina, India, Russia e Brasile. Questa tendenza i tedeschi l’hanno compresa molto bene. Ecco perché è indispensabile per le fiere italiane avviare una politica di alleanze e abbinamenti, nazionali e transnazionali, che le conduca a impiantarsi con sedi fisse e personale proprio nei Paesi più dinamici del mondo.

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