Rassegna stampa

La Fiera del libro cerca spazio

Stefano Salis

TORINO. Dal nostro inviato

Dal momento che era la bellezza il tema della manifestazione, la Fiera del Libro, dopo giorni di polemiche e boicottaggi, se non altro, in bellezza ha voluto chiudere. E così, nel bilancio finale gli organizzatori hanno accusato una flessione di presenze del solo -2% rispetto a quelle dello scorso anno.

È molto soddisfatto il presidente della Fondazione per il Libro, Rolando Picchioni: «C’è stata una ripresa prodigiosa negli ultimi due giorni. Siamo estremamente contenti che, nonostante le tensioni create in maniera anche pretestuosa dalla stampa nazionale e locale, i lettori siano stati vicino a noi». «I dati andrebbero disaggregati – ribadisce Ernesto Ferrero, direttore editoriale della Fiera –. Nei due giorni confrontabili con il 2007, domenica e lunedì, gli unici ad essersi svolti senza paura di manifestazioni e cortei, i numeri parlano di un +15%». Sono stati soprattutto i torinesi, ieri, ad affollare gli stand. Nei quali si registra soddisfazione per l’andamento delle ultime due giornate, che hanno permesso un recupero rispetto alle minori vendite dei primi giorni.

Qualche problema nell’ingresso delle sale – domenica c’è stata anche qualche contestazione tra gli spettatori – ha fatto dire all’assessore alla cultura del comune di Torino, Fiorenzo Alfieri, che forse la Fiera potrebbe espandersi e tenere qualche incontro all’Auditorium del Lingotto. «Ipotesi poco praticabile – frena Picchioni –. Intanto perché il costo dell’Auditorium è troppo alto e poi perché la società immobiliare proprietaria dell’area del Lingotto sta già progettando di costruire un quarto padiglione, che dovrebbe affiancare il terzo nel 2010». L’investimento per l’ingrandimento del Lingotto dovrebbe aggirarsi sui 20-25 milioni di euro e l’incontro tra Comune e società potrebbe arrivare già nei prossimi giorni per verificare se esistono i presupposti per un accordo. Un altro luogo che la Fiera aveva puntato era l’Oval, l’enorme spazio varato per Olimpiadi invernali. «Purtroppo ci sarebbero ancora molti problemi tecnici ed economici – dice Ferrero –: ma staremo a vedere. Di certo avremmo bisogno di altri spazi, perché molti editori sono rimasti fuori. E se non altro ora queste stolte polemiche ci hanno dato una notorietà mondiale, così che non dovremo più spiegare a nessuno cosa è e cosa fa la Fiera di Torino».

Proprio le intemperanze seguite al boicotaggio della Fiera per aver ospitato Israele nel 60° della fondazione hanno fatto sì che a Torino arrivassero circa 4000 giornalisti da tutto il mondo, tra cui Paesi come Spagna, Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Romania, Bulgaria, Ungheria, Stati Uniti, Israele, Giappone ed Egitto. E sarà proprio quest’ultimo Paese l’ospite designato per il 2009. «Ci hanno confermato – spiega Ferrero – che verranno con entusiasmo. Noi abbiamo esteso l’invito a una folta rappresentanza di Paesi arabi limitrofi. Ci saranno anche gli scrittori palestinesi: tutti quelli contattati hanno promesso che arriveranno a Torino senza problemi». Non ci sarà nessun boicotaggio. Israele, intanto, chiude un bilancio fieristico eccezionale: esauriti molti libri, allo stand hanno venduto circa 3000 bandiere del Paese. Circa mille in più dei partecipanti al corteo-flop anti-israeliano di sabato.

stefano.salis@ilsole24ore.com

SOTTOTITOLI


Un’ inchiesta
giornalistica
a Chiarelettere


Ressa fra i "tifosi" di Magdi Allam e i fan di Marco Travaglio, tutto esaurito all’incontro per ricordare l’Attentato a Carlo Casalegno. E – nemmeno a dirlo – successo clamoroso, nello spazio più grande della Fiera, per il duo Stella-Rizzo. Non è un caso: il giornalismo d’inchiesta, narrato con passo di racconto, è diventato un vero e proprio genere editoriale. Che sta sbancando nelle librerie.

Dietro questo fenomeno c’è un manager editoriale di grande talento: Lorenzo Fazio. È stato lui, da direttore editoriale della Bur (dal 2003 al 2006) a far convergere la casa sul genere. Successi lusinghieri che preludevano al "botto" de La casta: più di un milione di copie. Quando uscì il libro di Stella-Rizzo, Fazio, però, era uscito anche lui da Rizzoli. Si è rimesso in pista, vincendo un’altra scommessa, con la casa editrice Chiarelettere, fondata da lui (socio al 30%) con Sandro Parenzo (6%), Guido Roberto Vitale (15%) e, soprattutto, con un alleato come il Gruppo Mauri-Spagnol (al 49%), uno dei pochi editori puri rimasti.

Fazio, 52 anni, ha dimostrato che se tv e giornali non fanno più il loro dovere di scavo e inchiesta, il libro è pronto a raccogliere il testimone. E il pubblico lo capisce. Quest’anno i titoli di Chiarelettere saranno 25; il programma per il 2009 è delineato, ma pronto a cogliere le opportunità che dovessero capitare, con spunti presi dalla realtà. È capitato così con il libro di Andrea Casalegno: una storia che doveva essere raccontata. Fazio ha avuto il merito di chiedere all’autore di farlo. Così fa un editore vero. Indovina i libri ancora quando non esistono. (S.Sa.)

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